Tutti, o quasi, concordi i presidenti delle società dilettantistiche umbre dell”Eccellenza e della Promozione nell’esternare le loro perplessità sulla ripresa dell’attività agonistica dilettantistica e giovanile ( alcune società hanno comunque iniziato gli allenamenti) rispettando alla lettera le direttive del protocollo che per una società dilettantistica comporta sforzi organizzativi ed economici non sostenibili.
Senza considerare, poi, la responsabilità penale e civile del presidente della società in caso di insorgenza di un contagio.
Contraddittorio, poi, quello che prevede il protocollo sulla presenza del pubblico a seconda che si tratti di sport minore che prevede la presenza di 1000 persone all’aperto e 200 al chiuso, mentre per le manifestazioni sportive che si svolgono sotto l’egida del CONI le manifestazioni debbono svolgersi solo ed esclusivamente a porte chiuse. Insomma, una contraddizione ed occorre far chiarezza su come considerare il calcio dilettantistico e giovanile.
Ed è per questi motivi che i presidenti hanno espresso la loro contrarietà alla ripresa incaricando Luigi Repace, presidente del Comitato regionale umbro, di far presente le problematiche evidenziate al presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia, e le loro perplessità sulla ripresa dell’attività agonistica.
Insomma, per i presidenti umbri, al momento, di tornare a giocare non se ne parla.