nella foto un giovanissimo Fabrizio De Angelis, il primo in alto a sx con con la maglia della Ternana
Domenica 25 settembre, Antistadio Giorgio Taddei, si sta giocando la partita di 2^ categoria tra la GRS e il Sangemini con gli ospiti che stanno vincendo per 1-0. A 20 minuti dal termine il tecnico della squadra di casa, Mauro Di Martino, fa cenno ad un giocatore di alzarsi dalla panchina e di iniziare il riscaldamento. L’interpellato si alza ed inizia, ma lo fa molto blandamente, a fare il suo riscaldamento prima di essere gettato nella mischia dal suo allenatore.
Entra in campo e, poco dopo, effettua l’assist per un suo compagno di squadra sul quale in piena area viene commesso un fallo. Rigore. Viene trasformato e la Grs pareggia ed il risultato di parità di 1-1 sarà anche quello finale.
E indovinate un po’ chi era quel giocatore entrato in campo ad aiutare i propri compagni in una fase delicata della partita? Era Fabrizio De Angelis, il bomber, 48 anni portati magnificamente nonostante i tanti infortuni che hanno costellato la sua brillante carriera di calciatore dilettante che ha fatto impazzire le difese avversarie, realizzando caterve di gol in ogni categoria.
Incredibile, ma vero!
Lui, Fabrizio, a 48 anni è ancora in grado di seminare scompiglio nelle difese avversarie con quel suo entusiasmo, con quella sua gioia di calcare ancora i campi di calcio.
“ E’ più forte di me. Non ce la faccio a stare lontano dai terreni di gioco e, devo essere sincero, alla mia età ancora mi emoziono quando vado in gol. Ho subìto tanti infortuni, tanti interventi ma non mi arrendo. E non mi sono arreso nemmeno qualche mese fa. Vengo da una lesione al tendine estensorio dell’alluce del piede. Ho sofferto, mi hanno consigliato di appendere le scarpe al classico chiodo ma non ce la faccio! Ora sono contento di stare in mezzo ai ragazzi della GRS per nulla pentito di aver accettato l’invito pressante di Mauro Di Martino, l’allenatore, che ho avuto come mister in altre squadre“.
Ne parla con tanto entusiasmo e del resto se ancora a 48 anni hai la forza e la voglia di rimetterti in gioco, anche se per divertimento, significa che la passione supera ogni paura, ogni diffidenza.
Eppure Fabrizio di guai fisici ne ha sopportati a josa: frattura dello zigomo, della tibia, del metatarso, del metacarpo, ha subìto un’operazione alla colonna vertebrale. Neppure questi che lui chiama “ contrattempi “ lo hanno fermato: il tempo di rimettersi in moto e subito in campo a giocare, a far gol. Si, perchè lui di gol ne ha sempre fatti. Di testa, di sinistro, ma pochi di destro.
“ Di destro pochissimi- dice Fabrizio- perchè forse su questo aspetto hanno insistito poco i miei allenatori. Questo che io ritengo sia stato un grosso limite, però, non mi ha impedito, però, di andare ogni anno in doppia cifra. La mia forza, però, in area di rigore avversaria era il gioco aereo“.
Era ricercatissimo dalle squadre che volevano vincere il campionato perchè i loro allenatori erano consapevoli che sul piano offensivo con Fabrizio non avrebbero avuto problemi.
“ Effettivamente di campionati ne ho vinti parecchi togliendomi tante soddisfazioni e a volte, fortunatamente, prendendomi anche delle rivincite. E’ vero, ho cambiato spesso società, ho giocato in provincia di Terni, in quella di Perugia, ma sempre, tranne in una società, mi sono trovato bene con i compagni di squadra, con gli allenatori e con il pubblico. “
Ragazzo, ormai uomo, simpatico, estroverso parla volentieri delle sue avventure calcistiche, dei suoi rapporti con gli allenatori e il suo volto si illumina quando parla di Velio De Santis.
“ Con Velio ho avuto un rapporto straordinario, più che un allenatore è stato per me un amico, un fratello maggiore con tutti i consigli che mi dava e che io seguivo, però, solo in parte. Velio era il massimo, anche se le sue analisi della partita alla ripresa degli allenamenti non finivano mai. Con lui ho passato momenti indimenticabili a Campitello. Era il Campitello di Mario Cicioni, di Mario Antonelli, gente appassionata e che ha creato davvero una società importante nella realtà dilettantistica ternana di allora”.
Fabrizio, però, non dimentica il nome di un altro allenatore, Mauro Di Martino.
“ Ho fatto diverse esperienze con Mauro e tutte di grande soddisfazioni. Con lui sono stato alla Maroso, alla Dinamo, alla Bosico, all’Arrone ed anche lui mi ha dato quel qualcosa in più per poter esprimere le mie potenzialità. E non posso dimenticare nemmeno la splendida esperienza di Bastardo con Massimo Poli allenatore. Lì, ci siamo salvati in Promozione compiendo un’autentica impresa. Con Massimo, poi, sono stato anche a Pozzo.E che dire di Pippo Mantovani, che mi ha guidato dalla panchina ad Amelia e vinto un campionato alla Dinamo“.
E’ vero, di gol ne ha fatti tanti ma iniziava a realizzarli solo dopo qualche giornata di campionato. Altrimenti il suo bottino sarebbe stato ben più sostanzioso!
“ Era normale che accadesse ciò- spiega Fabrizio. Io sono uno a cui non è mai piaciuto fare la preparazione. Troppa fatica, e poi con quel caldo d’estate non avevo gli stimoli necessari per prepararmi adeguatamente sul piano fisico. Partita dopo partita, però, la mia condizione migliorava, le gambe giravano meglio e la mente era sicuramente più lucida ed i gol iniziavano ad arrivare. Questo è stato un mio grosso limite, ma di soddisfazioni me ne sono tolte davvero tante ugualmente.”
Oltre alle società sopra citate Fabrizio De Angelis, il bomber come lo chiamano comunemente gli amici e gli appassionati di calcio dilettantistico, ha militato anche nello Spoleto, ne La Castellana, nello Spello, nell’Arrone, nell’Ammeto, nel Nocera Umbra, nel Campomaggio, nel Carbonesca e nel Real Sant’Orsola.
Da segnalare che i suoi primi passi da calciatore li ha mossi nella Gianfardoni di Salvatore Artegiani, dove ha avuto allenatori come Berretta, Piermarini e Gubbiotti per poi passare alla Ternana dove ha giocato nei Giovanissimi regionali, Allievi regionali, Beretti e dove ha avuto come allenatori Leandro Feliciotti, Claudio Montepagani e Giorgio Cavalli.
“ Che bello ricordare quei tempi anche se mi assale una grande nostalgia.”
Non pensarci, Fabrizio, perchè l’entusiasmo è quello di allora, la voglia di mettersi in gioco è quella di allora, la capacità realizzativa è sempre quella. Non importa se riflessi e corsa non sono più quelli di una volta perchè tu riesci ancora ad entusiasmarti, ad emozionarti per un tiro che impegna il portiere avversario, per un gol fatto o per una partita vinta. Ed è questo che conta.
Congratulazioni e tanti campionati ancora da protagonista!