Il destino della Camera di Commercio di Terni è appeso un filo, il rischio di un accorpamento con quella di Perugia è praticamente quasi una realtà a causa di un articolo inserito nel decreto legge n.104 approvato dal Governo il 14 agosto che impone, entro il termine di 60 giorni, la fusione degli enti camerali di Terni e Perugia , anche di molte altre città, pena la gestione commissariale.
“Un blitz balneare” lo definisce Sandro Corsi, membro della giunta della Camera di commercio di Terni per il settore della cooperazione, che “commissaria e chiude anche le Camere di Commercio che, come Terni, avevano esitato legittimi ricorsi al TAR del Lazio contro gli accorpamenti.”
“E’ una vergogna – aggiunge Corsi – che si sussegue, di forzatura in forzatura, da Renzi a Gentiloni e Conte 1 e 2. Ma in tutte le Comunità territoriali oggetto di tale prepotenza i rappresentanti Istituzionali, indipendentemente dalle loro collocazioni partitiche ad eccezione dei 5 Stelle, si stanno muovendo pronunciandosi ed agendo contro questo articolo del Decreto e ciò accade a Pisa, Massa e Lucca, a Pavia e Cremona, a Reggio Emilia, Piacenza e Parma, a Ferrara e Ravenna, a Taranto e Brindisi, a Teramo e L’Aquila.”
E a Terni e in Umbria? Che succede?
Sandro Corsi si rivolge non solo ai parlamentari eletti a Terni ma anche a quelli eletti in tutta la regione.
“Saggi (Senex, Senatori) e degni d’onore (Onorevoli) ternani e umbri oltre ogni colore politico, dove siete? Vi riguarda?
Il 24 – 25 Agosto il testo sarà al Senato della Repubblica, ci sarete? Chiederete lo stralcio come giustamente faranno senatori delle altre zone?
Non c’è nessun campanilismo in ciò, che tra l’altro non vedo nella sua accezione negativa, ma solo la visione e la necessità di un Umbria più equilibrata e coesa. Non è questione di poltrone o prebende, i membri di Consiglio e Giunta delle Camere di Commercio non percepiscono nulla; è invece il segno di chi realmente vuol difendere questo territorio, questa Provincia nelle sue istanze di riequilibrio, queste nostre realtà produttive, i lavoratori, l’economia ed il futuro di questa comunità civile ed istituzionale e provinciale, che non può e non deve essere annessa a quella di Perugia.
Gentili concittadini Senatori ed Onorevoli, vi esorto insieme a migliaia e migliaia di persone che hanno firmato la petizione per la Camera di Commercio di Terni, sono loro che vi spronano ad agire.
Ci sono solo 3/4 giorni e ciò spero non riguardi solo gli eletti a Terni ma anche gli altri umbri e aggregati che sono stati sempre ben attivi e presenti nelle campagne elettorali nei nostri territori: confidiamo e speriamo in voi e nelle vostre coerenze”.