RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
LETTERA APERTA AGLI AMMINISTRATORI DEL COMUNE DI TERNI
CAMPEGGIO DI MARMORE. UNA FINE INGLORIOSA
Domenica 20 settembre 2020: una data che ai più non dice nulla, mentre per il sottoscritto e per la propria famiglia rappresenta la fine di un periodo felice della propria esistenza. E’ la data in cui abbiamo lasciato, forse definitivamente, la casetta in cui abbiamo soggiornato per tanti anni ( 17, per l’esattezza) all’interno del Campeggio di Marmore e che ha custodito i ricordi più belli. Trattasi di una costruzione in legno, di piccole dimensioni, provvista di una sola stanza, con antistante un giardinetto, abbellito da mia moglie da composizioni floreali.
Voi vi chiederete il motivo di questa imposizione? La risposta è semplice: gli amministratori locali, dopo alterne vicende anche di natura giurisdizionale, hanno deciso di chiudere il Campeggio per collocarlo in altro sito. Voi penserete che la scelta dell’amministrazione sia stata dettata da ragioni di opportunità politica, per un eventuale miglioramento dell’area ricettiva?
Nulla di tutto questo. L’area alternativa, scelta per la nuova collocazione del Campeggio si trova a poca distanza da quella attuale, con la sola differenza che quella attuale è immersa in una fitta vegetazione, con alberi centenari, lontana da fonti di inquinamento – tanto da essere considerata una vera oasi di pace e di riposo – mentre quella prescelta ha una vegetazione assai scarsa, è di piccole dimensioni, infestata da insetti, priva di qualsiasi servizio e a ridosso della strada principale percorsa da tutti i veicoli che debbono entrare nell’area di Marmore, denominata “ I Campacci”.
Ed allora quale può essere il vero motivo di questa scelta?
Gli amministratori locali affermano che la nuova collocazione è stata dettata dal fatto che la vecchia area era stata, da alcuni anni, cancellata dal Piano Regolatore e che quindi era diventata automaticamente “fuori legge”. Questa poteva sembrare, a prima vista, una posizione corretta, in linea con i principi giuridici, senonché c’è da chiedersi a quale titolo gli stessi amministratori hanno riscosso, per gli stessi anni, gli affitti per un’area che,
a loro dire, era “abusiva” e, parimenti, hanno percepito le relative tasse di soggiorno? Misteri della politica.
Ma non finisce qui. La novità di questi ultimi giorni sta nel fatto che il primo cittadino di Terni ha deciso di rivedere la questione proponendo al Consiglio comunale una variante al Piano Regolatore con il ripristino della vecchia area del Campeggio. La questione sembrava risolta, allorquando l’Assessorato competente, insistendo in una sua vecchia posizione, ha deciso la chiusura del Campeggio con la consegna delle chiavi in attesa dell’espletamento di una fantomatica gara d’appalto per l’individuazione dei nuovi gestori. A questo proposito c’è da porsi una semplice domanda: come fa il Comune di Terni ad indire una gara pubblica per la gestione del Campeggio quando la stessa amministrazione è proprietaria di una piccola fetta di terreno, mentre la restante parte, che è poi la preponderante, è di proprietà dell’ AST di Terni, della Regione dell’Umbria e dell’Azienda Autonoma di Soggiorno?
Ma a noi questi problemi giuridici poco interessano, semmai saranno presi in considerazione dagli organi giurisdizionali se e quando verranno interpellati.
Tornando ai vecchi gestori c’è da dire che essi sono, in pratica, una famiglia di Ferentillo che, per una quarto di secolo, ha avuto cura del Campeggio, lo ha tenuto in vita tra mille difficoltà, migliorandolo di anno in anno, riversando su di esso tanta cura e professionalità da meritare l’apprezzamento e la stima degli ospiti ternani e stranieri che, in massa, lo hanno visitato (oltre 7.000 presenze in questo periodo particolare).
Più volte invitati a visitare il Campeggio per valutarne “de visu” il suo status, gli amministratori hanno cortesemente declinato l’offerta preferendo restare all’interno dei loro confortevoli uffici per prendere le loro oculate decisioni. E loro che prima delle elezioni avevano dichiarato di rappresentare “il nuovo”, di essere dalla parte della gente, non hanno minimamente preso in considerazione la sottoscrizione di centinaia di commercianti del luogo, preoccupati, a loro volta, per le loro stesse finanze a seguito della chiusura, anche temporanea, del Campeggio.
Non si sono minimamente posti la domanda di che fine avrebbe fatto la famiglia che ha in gestione il Campeggio, degli operai che sono alle loro dipendenze o che ruotano intorno al loro asse.
Il destino del Campeggio è quanto meno incerto e si teme che esso possa fare la fine di altri illustri siti ( Villalago docet ) caduti nel più completo dimenticatoio.
I cittadini di Terni non meritano tutto questo.
Sandro ed Enza, ospiti che hanno a cuore il Campeggio di Marmore.