Nicola Cosentino è “psicologicamente in ottima forma”. Così dice di averlo trovato il senatore Luigi Compagna (Gal) che oggi ha compiuto una visita ispettiva nel carcere di Terni dove l”ex parlamentare è detenuto.
Iniziativa alla quale ha partecipato anche Luigi Mazzotta, membro del Comitato nazionale di Radicali italiani e presidente dell”associazione Radicale “Per la grande Napoli”. I due hanno incontrato Cosentino, detenuto da oltre 700 giorni – da circa un anno a Terni – con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica.
“L”ho trovato psicologicamente in ottima forma – ha spiegato all’uscita dalla visita il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Liberta, per nulla abbattuto o frustrato dalla volgarità di una decisione che lo priva del diritto al colloquio con la moglie. Mi ha molto rinfrancato poterlo vedere così, resta amarezza e indignazione, come cittadino italiano, che si possa somministrare una custodia cautelare in dosi da cavallo come sta avvenendo con Cosentino”.
A quest’ultimo, che stamani attendeva la visita dei figli, non viene concesso di vedere la moglie, accusata insieme a lui per un presunto episodio di corruzione avvenuto quando era detenuto nel carcere di Secondigliano.
Riferendosi al carcere di Terni, il senatore Compagna ha detto che “è un buon carcere, molto ben diretto; ero venuto qui già la scorsa primavera – ha sottolineato il parlamentare – e le condizioni del carcere sono forse meno brillanti dell’aprile scorso, visto che la direttrice ha dovuto aprire le porte ad un tipo di detenuti particolarmente difficile. Ma mediamente, per quella che èla mia esperienza di sindacato ispettivo nelle carceri, è un buon carcere, molto ben diretto”. La problematica “più aspra”, secondo Compagna, “è quella a cavallo fra infermeria e mancati ricoveri ospedalieri”.
“Durante la visita – ha aggiunto Mazzotta – abbiamo potuto constatare che il problema della nostra giustizia è che è ammalata, come gli ammalati rinchiusi nelle carceri. A Terni ci sono sei ammalati di Hiv, oltre a 60 con Epatite C. Nonostante l’impegno dell’amministrazione e della polizia penitenziaria, noi riteniamo che le carceri italiane andrebbero chiuse, così come il carcere di Terni”.
Evidenziata, anche una carenza di organico di sottufficiali, mentre per quanto riguarda il numero dei detenuti (430 su una capienza di 411) secondo Compagna la situazione “non è drammatica”.