“Dopo i decreti del Governo sulla depenalizzazione dei reati e le direttive europee della Corte di Strasburgo con la sentenza Torreggiani (che ha condannato l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani ) le due case circondariali di Terni e Perugia e la casa di reclusione di Spoleto si ritrovano quasi nelle stesse condizioni di un paio di anni fa.”
Lo deununciano Alessandro De Pasquale e Francesco Petrelli della UGL Polizia Penitenziaria.
“L’accorpamento del Provveditorato Umbria con il Provveditorato della Toscana ha sensibilmente peggiorato le condizioni dei tre istituti, non si segnalano cambiamenti per l’istituto a custodia attenuata di Orvieto, contribuendo allo sfollamento di detenuti disagiati e incontrollabili dal penitenziario di Firenze “Sollicciano” verso le “case” dell’Umbria.
Partendo dai numeri -aggiungono De Pasquale e Petrelli – l’Umbria “zona neutra e isola tranquilla” fino a qualche anno fa ormai si ritrova in pianta stabile fra le regioni con un indice di criminalità fra i più alti d’Italia, tra quella percepita e quella subita. Gli istituti di Terni e Spoleto sono tra i più pericolosi d’Italia con detenuti di tutte le tipologie di reato, dai Protetti agli As2, dai 41bis agli As3, ovviamente non mancano i detenuti comuni. Sottovalutate tutte le possibilità della penetrazione della criminalità nel territorio circostante e completamente disatteso il principio comunitario della territorialità della pena.
Allo stato dei fatti la capienza regolamentare totale dei detenuti in Umbria è di 1336 detenuti ma al momento soggiornano in Umbria circa 1450 detenuti, non includendo tutti gli As3 fuori per giustizia tra Spoleto e Terni. A Terni sono circa quaranta detenuti e a Spoleto una trentina e la permanenza effettiva in Umbria supererebbe i 1500 presenti.
Solo il carcere di Perugia accoglie detenute donne, la capienza regolamentare dell’Umbria per gli uomini è di 1261 a fronte di 1350 presenti, non includendo i fuori per giustizia.
Riassumendo a Perugia sono presenti 125 italiani e 241 stranieri per un totale di 366 detenuti, a Terni 341 italiani e 126 stranieri per un totale di 467 detenuti mentre a Spoleto sono 409 italiani e 78 stranieri per un totale di 487 detenuti.
Il carcere di Sollicciano solo un mese e mezzo fa contava più di 800 detenuti, ora la presenza è scesa sotto i 700 detenuti.”
Secondo i due sindacalisti, “troppi trasferimenti per motivi diversi, che non sempre rientrano tra i parametri dell’ordinamento penitenziario, troppe tipologie di reato che non consentono una gestione uniforme dei detenuti, poche videoconferenze che permetterebbero meno spostamenti dei detenuti in giro per l’Italia, con più sicurezza per l’istituto e per gli stessi operatori e poca attenzione delle istituzioni verso un mondo che sembra sconosciuto e lontano ma che fa parte della nostra società.”
“L’Ugl – concludono De Pasquale e Petrelli – non ha mai nascosto le sue perplessità sulla superficiale gestione dei detenuti e sull’assenza di politiche connesse ad un reinserimento e ogni volta si trova a denunciare l’assenza di strategie a lungo termine degli organi competenti