Prende spunto dal risultato elettorale ottenuto in Trentino da Alternativa Popolare il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Marco Cecconi per attaccare il sindaco Stefano Bandecchi e il partito di Alternativa Popolare che lo sostiene.
Secondo Cecconi in questi 5 mesi di amministrazione Bandecchi si è accertata solo “l’attitudine parolaia” con “proclami a vanvera, un lungo elenco di bufale come se i ternani fossero tutti un branco di ignoranti creduloni”. ” Al netto di rotonde più o meno in fiore e vigilantes privati finanziati da Unicusano – sostiene Cecconi – tutti i risultati portati a rete finora in questa prima fase di era-Bandecchi sono merito solo ed esclusivamente dell’eredità lasciata in dote dal governo cittadino di centrodestra”.
DI MARCO CELESTINO CECCONI, COORDINATORE COMUNALE DI FRATELLI D’ITALIA
Il problema non sta nel fatto che il candidato alla presidenza del Trentino Alto Adige sostenuto da Alternativa Popolare si sia fermato a poco più di un misero 2%: noi, che abbiamo l’orgoglio di militare in quello che oggi è il primo partito d’Italia, non ci siamo certo dimenticati da dove siamo partiti dieci anni fa. Dunque, se vogliamo, il problema non sta nemmeno in quel miserissimo 0,97% a cui è rimasta inchiodata in Trentino la lista di AP (anche se, per dirla tutta, percentuali così insignificanti non hanno mai riguardato Fratelli d’Italia neanche ai primissimi esordi…). Il punto, semmai, è la boria irrealistica e inconcludente di chi – come ha fatto il leader maximo di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi, più noto come sindaco di Terni – pochi giorni prima di questo voto d’autunno, dichiarava ai quattro venti di essere “già sopra il 10%”: a riprova di un’attitudine parolaia, alimentata da sicumera e annunci a vuoto, che ci interessa e ci preoccupa solo ed esclusivamente per come, ogni giorno, questa stessa attitudine faccia il paio con l’azione amministrativa alla guida della nostra città.
Allo stesso modo, il problema, in sé e per sé, non sta nel fatto che Bandecchi abbia pubblicamente dichiarato che “a Terni la democrazia è finita” (testuale) alla vigilia dell’ultimo consiglio comunale di lunedì 23 ottobre scorso, nella stessa occasione in cui peraltro ha anche annunciato che in aula sarà presente poco o niente, dato che lui si è “già rotto anche solo all’idea” (testuale bis) di avere a che fare con l’assemblea elettiva scelta dai cittadini.
Il punto, semmai, è che, con questi roboanti proclami, è stata semplicemente gettata la maschera. I diritti delle opposizioni erano già stati ripetutamente calpestati sin dall’insediamento della nuova amministrazione. Ed i rapporti di sindaco e giunta con la struttura dell’Ente (per non parlare di quelli con i consiglieri di minoranza…), i rapporti tra Bandecchi ed i dirigenti del Comune – ai quali anche in questi ultimi giorni lui ha riservato le sue migliori minacce – sono stati caratterizzati sin da subito dall’abuso e dall’insulto: polverizzando le regole minime delle relazioni istituzionali e di lavoro e ponendo le condizioni di un’emergenza democratica che ormai va avanti da mesi.
Quanto alla prima questione – l’attitudine parolaia – il problema vero è che purtroppo finora, a Terni, l’azione politico-amministrativa si è ridotta proprio a questo: proclami a vanvera, un lungo elenco di bufale come se i ternani fossero tutti un branco di ignoranti creduloni. Un ospedale nuovo in pochi mesi? Le procedure, la ricerca dei finanziamenti, la scelta della formula (pubblico, privato, etc) impongono ben altre tempistiche e persino Bandecchi & C. hanno dovuto smettere di brandire la bacchetta magica. Trilioni di triliardi da chiedere e ottenere dall’Enel come risarcimento per l’utilizzo dell’acqua della Cascata? Con la verità ha dovuto fare i conti persino Alternativa Popolare: e la verità è che un ‘risarcimento’ l’Enel già lo corrisponde da anni e non ha alcuna intenzione (anzi) di incrementare l’esborso. A precisa domanda dell’opposizione di centrodestra in consiglio comunale, il sindaco – udite udite! – ha sostenuto addirittura che al riguardo ci sarebbe una corrispondenza “segreta”: una bufala nella bufala, come se davvero si potesse dare a bere a qualcuno che ci sia qualcosa di segreto nella corrispondenza intrattenuta da un Ente pubblico. E ancora: trilioni di triliardi da esigere dall’AST: giusto per eludere la legittima richiesta delle acciaierie di riavere indietro, piuttosto, i terreni di proprietà dell’azienda, utilizzati dal Comune per la discarica.
Tutti proclami a cui ha fatto seguito il nulla, insomma. E sarà dunque arrivato il momento di dirlo chiaro e tondo: a cinque mesi dall’insediamento dell’attuale amministrazione, al netto di rotonde più o meno in fiore e vigilantes privati finanziati da Unicusano, tutti i risultati portati a rete finora in questa prima fase di era-Bandecchi sono merito solo ed esclusivamente dell’eredità lasciata in dote dal governo cittadino di centrodestra. Dai progetti cantierati e finanziati con i fondi del PNRR (frutto del lavoro di anni dell’amministrazione-Latini), al bilancio consolidato: cioè, i conti pubblici della precedente gestione, che l’attuale maggioranza – dopo minacce e straverie frantumate dall’evidenza dei fatti – non ha potuto non approvare e fare propri. Dalla seconda edizione della notte bianca dello sport (seconda edizione, per l’appunto…), al ritorno del mercatino del mercoledì al Foro Boario (ubicazione ampiamente prevista sin dai tempi e nelle carte del progetto che ha riguardato tutta l’area). Dal nuovo Palazzetto dello sport, ai Campionati mondiali paralimpici di scherma. Tutte cose con le quali Bandecchi & C. non c’entrano assolutamente nulla, per quanto possano provare ad intestarsene i meriti o magari ridimensionarne la portata.
Sarà dunque arrivato il momento di dire chiaro e tondo che è ora di farla finita anche con la bufala delle bufale, ovvero la presunta assenza di proposte da parte delle opposizioni di centrodestra. Assumere più vigili urbani per contrastare l’emergenza-sicurezza; recuperare risorse per l’ambiente e la cura del verde tagliando l’indennità di funzione di sindaco e assessori (proprio come fecero Latini e la sua giunta); presidiare la transizione ecologica ed il rilancio delle acciaierie facendosi parte attiva nel delicato percorso che porterà all’accordo di programma; adeguare l’organizzazione e la logistica dei servizi sociali alla crescita esponenziale del volume di lavoro di quegli uffici…: sono solo alcune delle nostre proposte discusse in consiglio proprio in questi giorni, tutte sistematicamente bocciate da Alternativa Popolare, per ordine di scuderia di chi non sa come accusarci di qualcosa e inventa pretesti.
C’è da dire, in verità, che poi – pur a fronte delle suddette bocciature – qualche nuovo vigile urbano stanno cercando di assumerlo (anche se con improbabili contratti a tempo determinato…); i lavori di ampliamento degli uffici riservati ai servizi sociali (programmati e finanziati ‘da quelli di prima’) sono ripresi; sono stati persino convocati i sindacati per parlare di acciaierie, proprio come noi avevamo proposto. Ecco: bocciare a prescindere; provare ad intestarsi i meriti e le idee altrui; sparare a vanvera; annunciare l’impossibile (vedi certi risultati elettorali poi sonoramente smentiti dalle urne), è questa la formula di AP.
Se a Terni – ecco la verità – più che vincere Bandecchi, ha perso il centrodestra (per via di certi errori da non ripetere mai più), non abbiamo comunque motivo di temere che qualcosa di analogo potrà mai verificarsi oltre i confini della Conca: all’interno della quale, con buona pace di chi invoca la fine della democrazia, noi intanto non smetteremo di esserne il baluardo.