Di Marco C. Cecconi coordinatore comunale Fratelli d’Italia Terni
Magari qualcuno obietterà che al M5s, tra gli ultimi nati del panorama politico, non si possa chiedere di avere troppa memoria storica: anche se, data la prevalente estrazione – di sinistra – dei suoi militanti e dirigenti, si tratterebbe di un’obiezione che, in Umbria, conterebbe meno di niente. Se è vero come è vero che proprio la sinistra umbra ha governato ininterrottamente per decenni la nostra regione in regime di monopolio, le denunce a carico della giunta-Tesei, a firma congiunta PD-M5s, sullo stato e sulla gestione della sanità pubblica, hanno davvero del surreale. I mali endemici della sanità umbra, se ve ne sono (e ve ne sono) sono per l’appunto quelli che, semmai, l’attuale governo di centrodestra della Regione ha ereditato dai precedenti governi pluridecennali di sinistra appena nel novembre del 2019, tra l’altro proprio alla vigilia di quasi un triennio di emergenza-covid, che ha ovviamente impegnato su questo fronte le maggiori attenzioni.
La verità è che per aggredire finalmente quei mali endemici e rilanciare i servizi e le strutture era ed è indispensabile partire proprio da quella razionalizzazione della rete ospedaliera che la giunta-Tesei ha varato in questi giorni (ecco l’oggetto delle stupefacenti polemiche di certe opposizioni e di una serie di fake news fatte stupidamente circolare ad arte). Ecco la razionalizzazione varata a fronte di un percorso iniziato esattamente quando si è allentata l’emergenza-covid di cui sopra: mesi impegnati dalla predisposizione di un Piano di riorganizzazione ed in un laborioso confronto con il ministero, fino al definitivo parere favorevole arrivato da Roma appena il mese scorso.
Una nuova programmazione dei posti-letto che tiene conto delle più recenti previsioni di legge (che ne consentono un incremento). Una programmazione che tiene conto dell’introduzione di nuovi presìdi territoriali come i cosiddetti ‘ospedali di comunità’ (con conseguente ripensamento della rete), tiene conto di un necessario riequilibrio territoriale e del dovere di garantire posti-letto e pronto-soccorso anche alle aree più disagiate. È questa la natura del provvedimento varato in questi giorni dall’Amministrazione-Tesei. Un provvedimento che riguarda l’Umbria intera, da Umbertide a Narni: con il che, fanno ridere certe dichiarazioni di questo o quell’esponente di Alternativa Popolare (dal sindaco di Terni Bandecchi, al suo vice Corridore), secondo i quali le decisioni ricomprese in questo Piano sui posti-letto privati sarebbero state adottate solo adesso tanto per condizionare le elezioni comunali a Terni del maggio scorso…
I numeri e gli atti parlano chiaro. I posti-letto dell’ospedale ternano salgono a 562 (in conformità con gli incrementi previsti proprio dalla normativa post-covid): e verrà nell’immediato razionalizzata anche la logistica attuale, mentre intanto aumenta passo passo la disponibilità di risorse per realizzare l’ospedale nuovo. Terni resta naturalmente l’unico ospedale di alta specializzazione e l’unico DEA (Dipartimento di Emergenza, Urgenza e Accettazione) di secondo livello, esattamente come Perugia (nonostante la creazione di un ‘terzo polo’ Spoleto-Foligno). Per la prima volta nella storia della nostra città, anche a Terni saranno possibili posti-letto privati, 80 convenzionabili più altri 40. Ed è risibile, al riguardo, la reazione delle sinistre umbre vecchie e nuove: che adesso, per questo, gridano allo scandalo, dopo aver autorizzato proprio loro, per decenni, a iosa, posti-letto privati solo ed esclusivamente nel Perugino. Nessuna chiusura della cardiochirurgia del S. Maria, che invece resta struttura complessa anche nel riassetto varato in questi giorni dall’Amministrazione-Tesei: fake news che la dicono lunga sulla buona fede dei detrattori del Piano.
Adesso a Terni dovranno essere fatte delle gare pubbliche per individuare il soggetto interessato a realizzare la nuova clinica privata (e, semmai, il nuovo stadio): e scopriremo magari che di imprenditori interessati ce ne sono più d’uno e nessuno, come Bandecchi pretendeva, potrà beneficiare di affidamenti diretti. Nessuna sanità privata, ora come ora, avrebbe potuto esserci nella nostra città, se prima non fosse intervenuto il Piano di razionalizzazione di questi giorni: come invece pretende di sostenere il vicesindaco, sparando sul Piano in evidente contraddizione con il suo principale. Uno già eletto, l’altro solo aspirante: e questo magari spiega la palese bipolarità.
Senza la delibera della giunta-Tesei di questi giorni sugellata dal semaforo verde del governo-Meloni, impossibile colmare le lacune del passato, peraltro lastricato di programmazioni mai applicate. Fake news e memorie deficitarie le lasciamo alle opposizioni vecchie e nuove. Al centrodestra di governo in Umbria ed a Roma, l’onore e l’onere di scelte coraggiose, finalmente equanimi. E la responsabilità di dare attuazione a tutto ciò, a partire da domani.