“Per la salute delle donne possiamo e vogliamo far fare un salto di qualità nella organizzazione e nella ulteriore umanizzazione dei servizi sanitari garantiti in Umbria. Un percorso in cui è e sarà prezioso il lavoro sussidiario svolto dalle associazioni di volontariato”. Lo ha detto la presidente della giunta regionale , Catiuscia Marini, intervenendo al convegno organizzato dalla Fondazione “Aiutiamoli a vivere” sui primi 5 anni di attività del “Centro Salute Donna” dell’ospedale “Santa Maria” di Terni, centro polispecialistico per le patologie femminili, nato da una proposta della stessa Fondazione che lo sostiene anche con raccolte di fondi e iniziative e con l’attività di volontari di “Terni per Terni=Anch’io”.
“È stato fatto un lavoro straordinario nella organizzazione del servizio sanitario rivolto alle donne – ha sottolineato la presidente – una delle sfide principali è quella della prevenzione, dove nonostante l’alta adesione c’è ancora una parte consistente di donne che non aderiscono. Serve maggior consapevolezza dell’importanza di una diagnosi precoce e le associazioni svolgono un ruolo importante per la sensibilizzazione. Altro fronte, è quello del modello organizzativo del servizio: la Regione Umbria – ha ricordato – ha previsto di istituire quattro Breast Unit, unità di senologia specializzate per garantire sempre di più la sicurezza e l’appropriatezza delle cure e una migliore strategia terapeutica nell’interesse delle pazienti affette da tumore al seno, impegnando la sanità umbra alla più ampia integrazione”.
“Una modalità organizzativa che non è solo quello della ‘freddezza’ professionale, ma fatta anche di attenzione e fiducia – ha proseguito, ricordando gli insegnamenti dell’oncologo Umberto Veronesi – che deve aggiungersi alla qualità legata alla dotazione tecnologica e alle competenze delle equipe mediche. È perciò prezioso il contributo dato al servizio sanitario regionale e altrettanto preziosa la proposta di una maggiore collaborazione per l’attuazione della programmazione sanitaria e dei suoi obiettivi. La sfida che ci poniamo, continuando nel processo avviato, è quella di un’ulteriore umanizzazione del servizio sanitario ed è importante il vostro lavoro sussidiario, il vostro investimento fatto di persone che si impegnano e di risorse affidate con fiducia dai cittadini”.
Al termine del Convegno è stato assegnato il premio “Donna dell’anno” 2016 a Patrizia Fortunati, autrice del romanzo “Marmellata di prugne” (Ali&no, 2013) con la seguente motivazione:
“A Patrizia Fortunati, che scegliendo di scrivere, ha deciso di dare voce alla speranza, alla solidarietà nata dalla sua città e, soprattutto, ha contribuito a divulgare e sostenere il valore dell’accoglienza.
In lei, attraverso le sue radici, il suo cuore, la sua mente libera ed il suo essere donna dimostra che le donne possono fare tutto”.