Non bastava il Covid che ha inciso pesantemente sull’abitudine di tanti di portare un fiore sulle tombe dei propri cari, no ci si è messo anche il Comune di Terni a complicare la vita di Roberto e della sua famiglia che ha investito tutto sulla propria attività, quella di produttori e rivenditori di fiori al cimitero di Terni. E’ stata infatti presa la decisione di tenere chiuso il cancello principale dell’entrata secondaria del cimitero di Terni, quello attraverso il quale i possessori di autorizzazione potevano entrare con l’automobile.
“Nel giro di pochissimi giorni – ci dice Roberto – le vendite si sono ridotte del 50%. Tutti coloro che entravano in questa parte del cimitero con la macchina, ora sono obbligati ad entrare soltanto dall’ingresso principale e qui non ci vengono più. Tante persone che erano abituali clienti sono venuti a dirmelo, a scusarsi perfino con me, diventa oltremodo scomodo venire qui a comprare i fiori e poi fare tutto il giro e tornare all’ingresso principale. Per noi è stata una mazzata. Già si lavora molto di meno, gli anziani soprattutto, hanno paura,non escono di casa e non vengono nemmeno al cimitero”.
La decisione di chiudere il cancello è stata giustificata con il fatto che “tutti entravano, anche quelli che il permesso non l’avevano”. Da alcuni mesi infatti, non ci sono più gli addetti al controllo. Fatto tanto vero che ad aprire e chiudere il cancello (quello piccolo) ci pensa sempre Roberto, cosa che peraltro faceva anche con quello grande.
“Sono andato in Comune per trovare una soluzione che preservi il nostro lavoro,peraltro non solo il nostro, ci sono anche altri rivenditori. Per noi la situazione è critica, se continua così, dopo 30 anni saremo costretti a chiudere l’attività”.
In questi giorni va un po’ meglio, c’è più afflusso ma “rispetto allo scorso anno è sempre il 50% in meno, così non resistiamo assolutamente”.
Il box, in effetti, è pieno di fiori, soprattutto di crisantemi. “Il prezzo è 2 euro quelli più piccoli e 2,50 quelli più grandi”.
Roberto ci racconta anche quanto accaduto al primo lockdown. “Due giorni prima che chiudessero tutto avevamo acquistato 3.500 euro di fiori. Tutti buttati perché 48 ore dopo fu deciso il lockdown totale. Abbiamo resistito anche a due mesi e mezzo di inattività ma il colpo di grazia ce lo da questo cancello chiuso. Spero solo che intervenga il sindaco, gli ha rappresentato il problema, spero intervenga. La mia famiglia vive di questo, alla mia età quale altra occupazione trovo?”