Scalpore nel mondo cattolico per quanto accaduto a Sant’Oreste, diocesi di Civita Castellana, dove lo scorso 11 luglio un parroco, don Emanuele Moscatelli, ha sposato civilmente due donne, che conosceva. Ha infatti chiesto la delega a celebrare il matrimonio alla sindaca, Valentina Pini, che gliel’ha concessa.
Una notizia, questa, che non poteva passare sotto silenzio. Così domenica 19 luglio il vescovo della diocesi di Civita Castellana, Mons. Romano Rossi ha annunciato che nei prossimi giorni a Sant’Oreste arriverà un nuovo sacerdote.
Quanto a don Moscatelli – ha spiegato la diocesi – si è dimesso spontaneamente, ora andrà a fare un ritiro spirituale di riflessione e di verifica. Non è incorso in nessuna censura – precisa la diocesi – e , una volta chiarite certe cose, potrà fare tutto, quando sarà il momento”.
La notizia era stata rilanciata sui social dalle associazioni Lgbt: “A Sant’ Oreste un parroco ha sposato in veste ufficiale due donne, con la delega ufficiale della Sindaca Valentina Pini.
E’ questa l’ Italia che ci piace – aveva commentato l’ Arcigay di Roma -, segno di cambiamento, inclusione, apertura e uguaglianza”.
Sul fronte opposto Radio Spada, sito cattolico conservatore, che invece critica il vescovo Rossi: “verrebbe da chiedere a questo vescovo che dialoga, che non ha preso decisione di autorità, che non ha fatto incorrere il prete in alcuna censura, e che anzi sostiene come l’intraprendete sacerdote potrà fare tutto, perché mai debba accettare una dimissione spontanea se il fatto è così derubricabile.
Se siamo nel campo della libera pausa di riflessione perché comunicarlo alle agenzie di stampa, bastava una pacca sulla spalla del prete e gli auguri alle “spose”.