Com’è cambiata Terni in 20 anni: politicamente con due sindaci di sinistra, un commissario prefettizio, il primo sindaco leghista nella storia della città; economicamente con la perdita di migliaia di posti di lavoro ed una crisi che ancora non molla; socialmente con una sicurezza che deve ancora fare i conti con la droga e non solo, una qualità della vita alle prese con un inquinamento sempre più aggressivo e di conseguenza una salute sempre più minacciata dal male del secolo.
Tutto questo racconta “Così la Lega ha conquistato Terni” della giornalista Maria Chiara Scardocci, edito da Intermedia edizioni. Un libro nato come tesi sperimentale che raccoglie le interviste al segretario del Pd Nicola Zingaretti, al commissario della Lega a Terni Barbara Saltamartini, all’ex capogruppo del M5S in Regione Andrea Liberati nonché agli ex sindaci Paolo Raffaelli e Leopoldo di Girolamo e all’attuale sindaco Leonardo Latini. L’opera è stata presentata nella sala del caffè letterario della biblioteca comunale con un interessante dibattito politico coordinato dal giornalista Walter Patalocco.
“A Terni c’era una necessità di cambiamento, ha sostenuto l’onorevole Barbara Saltamartini, che passava per l’individuazione di una nuova classe dirigente. Persone normali che dal palazzo scendevano nelle piazze, erano rappresentanti di quelle piazze. Una classe dirigente giovane, capace, che ha saputo intercettare il consenso della città. Non era più la sinistra a parlare con gli operai, con quelle realtà socio economiche che vivevano una profonda crisi parlava la Lega”.
“50 anni di governo continuo di una parte politica sono un elemento di logoramento oggettivo – ha evidenziato Paolo Raffaelli – e si afferma nella comunità una forte domanda di cambio. Nei dieci anni della mia amministrazione per quattro anni di fila il Comune di Terni è stato il maggiore investitore in opere pubbliche, più della Regione Umbria e subito dopo l’Anas. Certo, abbiamo sbagliato. Machiavelli, se risorgesse, ci direbbe che l’errore più grosso che abbiamo compiuto è quello di non aver formato i nostri eserciti. Siamo stati sindaci disarmati. Forse la grande colpa di Raffaelli e Di Girolamo è essere stati sindaci che hanno pensato più all’interesse della città che alla costruzione del loro esercito per riprodurre un potere personale a cui non hanno mai tenuto.”
“L’assetto storico sociale della città, fondato sulla grande industria, sulle multinazionali, ha ricordato Leopoldo Di Girolamo, ha visto l’entrata in crisi di importanti realtà. La città si è impoverita, i trasferimenti dallo Stato ai Comuni sono cominciati a scendere. Il modello di sviluppo che avevamo immaginato non ha dato risultati, io ho dovuto mandare in liquidazione otto partecipate. Poi c’era anche il partito. Il Pd era Palazzo Spada, circoli chiusi, si era rotto il filo tra chi governa e i governati. Per colpa nostra sicuramente, ma non solo.”
“Se i partiti fanno i partiti non ci dovrebbero essere problemi. Solo due mesi prima della mia elezione – ha dichiarato Leonardo Latini – la Lega aveva a Terni il 18,7%. Il passaggio al 30% credo sia frutto delle scelte che anche i partiti hanno fatto. C’era la necessità di un cambiamento, ma non di un salto nel buio. Alla crisi che si è abbattuta sulla nostra città i cittadini non hanno saputo reagire cercando di liberare le energie positive, ma si sono chiusi in una logica di tutela aggrappandosi in maniera simbiotica il sistema economico sociale a quello istituzionale. Noi oggi ci troviamo dover costruire una nuova identità della città.”
Ma come potrà essere Terni da qui a vent’anni?
“Una città che guarda al passato, si focalizza sul presente e dal presente prende spunto per cercare di ripartire per il futuro. Grazie alle interviste con gli ex sindaci Paolo Raffaelli e Leopoldo di Girolamo e l’attuale sindaco Leonardo Latini – conclude Maria Chiara Scardocci – possiamo vedere che, sotto certi aspetti, la storia si ripete”.
I diritti d’autore del libro “Così la Lega ha conquistato Terni” saranno devoluti in beneficenza all’associazione ternana “I Pagliacci”.