Si concludono il 18 dicembre all’IPSIA di Terni i corsi di sartoria e di riparazione delle biciclette ai quali hanno partecipato oltre un centinaio di studenti. I corsi rientravano nel “piano periferie” del comune di Terni e sono stati finanziati dallo stesso ente con 33 mila 800 euro l’anno dal 2021. Corsi di 30 ore per i quali era prevista una diaria di 3 euro l’ora. I ragazzi hanno imparato a rimettere in funzione e a far tornare a nuova vita le due ruote scassate e abbandonate in strada, le ragazze (con qualche ragazzo) hanno imparato a cucire e a confezionare felpe, maglioni, pantaloni.
A rendersi conto di come si sono sviluppati i corsi, di come hanno lavorato i ragazzi, due funzionari del comune di Terni che hanno fatto visita ai laboratori, si sono intrattenuti con gli insegnanti e con gli studenti e sono stati ricevuti dal preside Fabrizio Canolla e dal professor Federico Fadda.
“Questi corsi sono stati un successo e sono stati soddisfatti anche i funzionari del comune di Terni che oggi hanno visto una delle ultime giornate di questo progetto che finisce qui ma con il comune ci siamo lasciati dicendo che se ci sarà qualche opportunità futura di collaborazione , la perseguiremo”.
“Abbiamo aperto la scuola al territorio – dice il preside Canolla – facciamo dei corsi in convenzione con enti di formazione pubblici e privati riservati ai disoccupati, cerchiamo utilizzare massimo anche le attrezzature comprate con i fondi pubblici europei che vanno ad arricchire i nostri laboratori. È una scuola integrata nel territorio che cerca di formare figure professionali rispondenti alle esigenze di questo territorio. Ci sono, nella provincia di Terni, diverse migliaia di posti di lavoro, relativi a piccole e medie aziende manufatturiere, scoperti, nel settore della moda, del tessile, meccanico, elettro-meccanico, metalmeccanico, elettrico”.
Tanti sono gli italiani di “seconda generazione” che frequentano l’istituto professionale. “Li formiamo con i corsi pomeridiani di italiano, pensiamo che l’integrazione sia la chiave di volta – afferma il preside – per favorire l’inserimento delle persone che vengono in Italia per trovare un futuro migliore, con serietà, quindi per mettersi a lavorare e dare un futuro migliore alle loro famiglie, crediamo che far conoscere loro la lingua e la cultura italiana si ala base principale”.













