“Solo nelle ultime due settimane il prezzo dell’energia elettrica è aumentato del 50% e quello del gas dell’85%, passando da 81 euro MWh del 13 giugno a 150 euro MWh del 30 giugno.
Ci troviamo in una situazione drammatica che colpisce cittadini e imprese – afferma il Presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli – e sta indebolendo le attività industriali di ogni dimensione e di ogni settore, rendendo sempre più difficile l’operatività aziendale. È necessario fermare questa escalation di aumenti non più sopportabile dalle imprese che non riescono e che non possono operare con questi prezzi dell’energia e delle materie prime”.
Di fatto ogni famiglia si è vista più che raddoppiare la spesa per le bollette di gas e luce. E per le imprese è andata anche peggio. Aumenti che pesano in modo diretto sui bilanci familiari e aziendali ma che incidono anche sulle spese di prima necessità e sul futuro delle attività produttive.
L’Italia sconta una condizione più vulnerabile rispetto ad altri paesi europei – si legge in una nota di Confindustria – poiché nel mix energetico nazionale, il gas utilizzato è frutto di importazione per 96% di cui il 40% proveniente dalla Russia.
Confindustria Umbria registra allarmanti segnali di rallentamento delle produzioni che comporteranno l’inevitabile cessazione di attività produttive. Il rischio è che la resilienza produttiva dimostrata delle imprese industriali fino a questo momento – si legge ancora – non duri a lungo, perché i margini sono sempre più ridotti a causa dei rincari di tutte le commodity che hanno un impatto devastante sui costi delle imprese, rendendo antieconomico per alcuni settori continuare la produzione. Tutto ciò inevitabilmente avrà ricadute anche in termini di tenuta occupazionale per i dipendenti e tutele economiche per le loro famiglie.
“Ora però il baratro economico e sociale è a un passo – aggiunge il Presidente di Confindustria Umbria – e le analisi sul perché si è giunti a questo punto sono tardive e poco utili. Allo stesso modo predicare soluzioni di medio-lungo periodo è tanto suggestivo quanto evanescente. Oggi parlare di transizione ecologica è evidentemente un modo per nascondere il problema. La svolta green è certamente importante, ma richiede tempi non compatibili con l’emergenza. Una emergenza che è qui e ora e che qui e ora va arginata dal Governo. È necessario introdurre misure ed azioni che possano ridurre concretamente e in modo strutturale il costo dell’energia e contestualmente prorogare i termini degli interventi fino ad ora emanati dal Governo, garantendo un orizzonte almeno annuale. Solo in questo modo sarà possibile fornire agli operatori certezze per consentire di programmare le attività. Auspichiamo, infine, che, in tema di politica energetica, sia la Comunità Europea a individuate soluzioni comuni e soprattutto coordinate anche per evitare che autonome decisioni nazionali penalizzino quei paesi energeticamente più deboli alterando di fatto il libero mercato e indebolendo o avvantaggiando aziende di comparti produttivi a seconda della nazione europea in cui risiedono e producono. In tal senso sosteniamo l’individuazione, prioritariamente in maniera coordinata su scala europea, di meccanismi in grado di limitare le oscillazioni del prezzo del gas e misure volte a modificare la valorizzazione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili”.