La presidenza del consiglio comunale di Francesco Ferranti si è caratterizzata per un minor numero di convocazioni dell’assemblea rispetto agli anni precedenti. Mettendo a confronto il primo anno della seconda giunta Di Girolamo con presidente del consiglio, Giuseppe Mascio (27 giugno 2014/30 giugno 2015) con il primo anno della giunta Latini, con la presidenza Ferranti (24 giugno 2018/30 giugno 2019…nel frattempo ne sarà convocato uno il 24 giugno), scopriamo che Mascio aveva convocato 53 volte l’assemblea mentre Ferranti l’ha convocata 33 volte. Una seduta del consiglio comunale di Terni costa poco meno di 4 mila euro, dunque, l’ente ha risparmiato circa 80 mila euro. “In un bilancio che viaggia, in una città come Terni, sui 120/130 milioni di euro , non è che incidano più di tanto le spese relative alla politica però renderla la più produttiva possibile e razionalizzare il numero delle sedute si può fare con il contributo dei gruppi sia di maggioranza che di minoranza. E non ne ha risentito il lavoro del consiglio comunale stesso – dice il presidente Ferranti – poiché ad oggi abbiamo inevasi 9 atti che verranno discussi nella seduta che è convocata per il 24 giugno.”
IL RAPPORTO FRA I GRUPPI
Visto il cambiamento storico quale è stato il clima in questo anno a Palazzo Spada?
“Nel complesso i rapporti sono stati corretti – sostiene Ferranti – ci sono stati momenti di confronto più rigido, più aspro, più duro ma in politica è normale, l’importante è che si lavori nell’interesse dei cittadini.”
Tracciando un bilancio, il presidente Ferranti ha detto che l’atto più importante affrontato è stato quello relativo “al bilancio stabilmente riequilibrato che è stato approvato dal ministero dell’interno, e non era scontato.”
Altri punti qualificanti: “l’approvazione all’unanimità sulla questione di Arpa per evitarne l’accorpamento con Perugia; altro atto importante votato all’unanimità quello sul recupero del teatro Verdi.”
“Un’esigenza del territorio ternano – sottolinea il presidente del consiglio comunale – è quello del riequilibrio delle risorse e delle distribuzioni di opportunità fra le due provincie; Terni e la sua provincia, negli ultimi 15 anni sono state penalizzate a livello di scelte della regione, dall’allaccio all’alta velocità alla sede amministrativa della ASL2.”
IL CAMBIO DI CASACCA
In meno di un anno 2 consiglieri hanno abbandonato Forza Italia (Brizi/D’Acunzo) e 2 consiglieri hanno abbandonato la Lega (Fiorini/Pincardini): “va ricordato che questi consiglieri pur avendo cambiato il gruppo nel quale sono stati eletti un anno fa sono però rimasti nella maggioranza, in un certo modo hanno mantenuto fede al mandato che gli hanno dato i cittadini, sarebbe stato molto più grave se un consigliere eletto nella maggioranza fosse passato a fare l’opposizione. Io comunque ritengo un valore aggiunto, in politica, la coerenza.”
DUBBIO REGIONE
Ferranti, sempre il più votato per Forza Italia a Palazzo Spada, non esclude una sua candidatura alle prossime regionali anticipate: “lo valuterò insieme al mio partito anche se l’impegno nel consiglio comunale di Terni è già rilevate, lo valuterò insieme ai miei colleghi.”