C’è da parlare del passaggio di proprietà dell’Ast, le acciaierie di Terni. E’ noto che a ThyssenKrupp subentrerà Arvedi, anche se ancora non sono stati perfezionati alcuni passaggi formali che si danno, in ogni modo, per scontati. C’è chi scioglie l’entusiasmo per il ritorno dell’Ast in mani italiane e preconizza un grande futuro per il sito industriale, per Terni e per l’Umbria. Ma c’è chi invita a restare con i piedi per terra e ritiene necessario conoscere le intenzioni della nuova proprietà e il piano industriale. C’è insomma di che ragionare, confrontarsi sulla questione da parte di quelli che oggi si definiscono stakeholders, tutti gli interessati: Istituzioni, prima di tutto, rappresentanti dei lavoratori, le forze economiche e sociali.
Ad una richiesta di convocazione a Terni del consiglio regionale “aperto”, avanzata dalle minoranze, si è registrata con soddisfazione la risposta affermativa della maggioranza che ha fatto sua la questione, tanto è vero che il presidente dell’assemblea legislativa, Marco Squarta, ha convocato a Terni una conferenza che avrà come argomento da trattare il futuro di Ast e lo sviluppo industriale ed occupazionale del Ternano. Data fissata l’8 ottobre prossimo. Luogo, palazzo Gazzoli, sede degli uffici regionali a Terni.
Ma c’è “qualche interrogativo” su tutta la vicenda. Lo solleva il Pd di Terni nella persona di Pierluigi Spinelli il segretario comunale, il quale segnala un qualcosa che appare, in quale modo, sconvolgente. Alla riunione non sono stati convocati, ad esempio, i sindacati ternani – nemmeno quelli di categoria – né le Rsu di fabbrica. Non basta. Dice Spinelli: “Una menzione a parte va fatta al mancato invito del sindaco della città di Terni”. “Il che – aggiunge il segretario del Pd – “risulta davvero troppo incredibile e non si può spiegare soltanto come una trasandatezza formale”.
Stando alla denuncia (perché di questo si tratta) del segretario ternano del Pd si starebbe assistendo ad una iniziativa che vorrebbe affrontare una questione senza ritenere essenziale conoscere il pensiero dei “padroni di casa” dice Spinelli, e senza considerare come fondamentale l’apporto di conoscenze ed esperienze costituite da anni di confronto con i problemi del sito siderurgico, le possibili soluzioni, le rivendicazioni e le battaglie in difesa dell’economia cittadina (e regionale). Un atteggiamento “colonialista” ed espressione di una cultura regionalistica a trazione perugina che andrebbe una volta per tutte superata.
Senza contare che, come dice Spinelli “L’assenza del Sindaco e dell’Istituzionale Comune, che sono appunto i padroni di casa, appaiono scandalose perché fanno supporre alla città e ai lavoratori una estromissione dal confronto sul futuro di Ast della massima rappresentanza cittadina eletta o, al contrario, se l’assenza fosse concordata col Sindaco, come una clamorosa fuga di quest’ultimo dalle sue responsabilità politiche e istituzionali”.
“Tutto ciò è davvero allarmante – dice il segretario del Pd ternano – perché ci restituisce un quadro grave e inquietante per la città e per i cittadini: si vota all’unanimità un consiglio straordinario a Terni, poi si evita accuratamente il confronto in sede istituzionale con i principali attori che operano sul territorio cittadino e lo vivono, che ne conoscono la storia in tutte le sue pieghe e che dunque non possono essere trattati come spettatori passivi, mentre forse c’è una spinta a svuotarne contenuti e legittime richieste di ascolto e confronto. Così com’è congegnata questa riunione si tradurrebbe in una farsa, uno schiaffo vibrato in faccia ai lavoratori dell’Acciai Speciali Terni, un evidente tentativo di non disturbare i manovratori e di far trovare lavoratori e città di fronte a fatti compiuti”.
Ovviamente Spinelli chiede che si ponga rimedio, “Il Partito Democratico di Terni, sia chiaro, non ha intenzione di abbassare la guardia su questo fronte o permettere che la questione sia ridimensionata o derubricata attraverso l’utilizzo dei soli strumenti formali”.