È incredibile ciò che sta accadendo in Umbria sui conti della sanità regionale. Dopo le accese polemiche dei giorni scorsi maggioranza e opposizione forniscono giudizi radicalmente diversi anche dopo la verifica al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Viene da chiedersi, come è possibile?
LA REGIONE: IL MINISTERO DIFFIDA LA REGIONE, DEVE PRESENTARE LE MISURE NECESSARIE ENTRO IL 30 APRILE
Sul Tavolo di verifica del Mef (Ministero economia e finanza) la Regione Umbria ha portato i conti relativi al 2024 e i tecnici del Ministero hanno accertato il disavanzo del Sistema sanitario regionale.
La cifra per la quale la Regione dovrà garantire le necessarie coperture è pari a 73 milioni, somma del disavanzo del sistema sanitario regionale pari a 34 milioni e del fondo di dotazione pari a 39 milioni.
Da specificare poi che da quest’anno il governo taglierà alla Regione 5 milioni (saranno in tutto 40 nei prossimi 3 anni).
Questa situazione, cristallizzata stamattina sul tavolo del Mef, porta all’avvio della procedura di diffida ai sensi del comma 174 L, 311/ 2004.
Il Tavolo resta in attesa delle necessarie misure di copertura entro i termini previsti dalla normativa vigente e cioè entro il 30 aprile.
Se le coperture non saranno recuperate entro tale data, dal 1° maggio la Presidente della Regione in qualità di commissario ad acta deve aumentare l’addizionale Irpef e Irap, ma se gli stessi aumenti saranno ritenuti insufficienti dal 1° giugno saranno aumentate al massimo le aliquote Irpef per tutte le fasce di reddito e Irap per tutte le imprese, oltre al divieto di effettuare spese non obbligatorie in sanità.
I GRUPPI DI MAGGIORANZA: LE BUGIE DELLA DESTRA HANNO LE GAMBE CORTE
“Le bugie della destra hanno le gambe corte e si infrangono con la realtà dei fatti, accertata dal Ministero di Economia e Finanza.
Il MEF, dopo 5 ore di verifica tecnica, ha avviato la procedura di diffida per la copertura dei conti della Regione – spiegano i gruppi di maggioranza – accertando un fabbisogno complessivo di 73 milioni di euro. La cifra è scesa dai 90 inizialmente accertati, per l’incasso negli ultimi giorni del payback farmaceutico e del fondo di premialità. È emersa però al contempo la necessità di ripiano del fondo di dotazione. Un quadro che non considera i tagli del Governo, che nei prossimi tre anni ammonteranno a 40 milioni di euro”.
“È il momento di finirla, dunque, con le sceneggiate e le speculazioni politiche di una destra fallimentare, sulla quale gli elettori si sono ampiamente espressi, stanchi di disastri e incapacità. È anche paradossale la protesta, tutta di apparato politico, che vuole piegare le istituzioni a fini politici. Il castello di carte costruito dalla propaganda della destra, impegnata in fantasiose forme di occupazione, dunque, cade rovinosamente di fronte alla realtà dei fatti. Da oggi, quindi, si apre una nuova fase, di responsabilità e di attenzione, dettata dal comma 174 della legge 311 del 2004. Sarà una fase di ascolto e di confronto con le parti sociali, le associazioni datoriali e i Comuni, con l’obiettivo di arrivare al Mef, entro il prossimo 30 aprile, con una Manovra equa e sostenibile, ma che metta in sicurezza la Regione e la sua sanità pubblica dopo la malagestione del passato”.
LE OPPOSIZIONI: DISAVANZO A 34 MILIONI, RITIRINO LA MANOVRA, NON C’È BISOGNO DI AMMAZZARE GLI UMBRI DI TASSE
“Il Ministero dell’Economia ha certificato che il disavanzo del bilancio sanitario regionale dell’Umbria è di 34 milioni e ha di fatto sconfessato le menzogne perpetrate per giorni dalla sinistra, che sosteneva di presentarsi al tavolo del MEF prima con un disavanzo di 243 milioni, poi di 90. Anche oggi ci troviamo costretti a denunciare la comunicazione fuorviante messa in atto dalla Giunta, che ha dichiarato che il disavanzo sarebbe di 73 milioni, ma di questi solo 34 riguardano il bilancio sanitario regionale, mentre 39 sono del fondo di dotazione, che peraltro è in atto dal 2013, in merito al cui recupero la Giunta dovrebbe avviare una trattativa con il MEF, chiedendo di dilazionarlo negli anni a venire, come è sempre stato fatto in passato senza gravare sui cittadini con aumenti di tasse ingiustificati. Dimostrino un briciolo di buonsenso e ritirino la folle manovra di rastrellamento di soldi dalle tasche di cittadini e imprese, perché non è necessaria ad altro se non a svuotare le tasche degli umbri per gonfiare le casse pubbliche creando un tesoretto a disposizione della Giunta per spese promesse in campagna elettorale. Inoltre non è stata neppure considerata la partita del payback dispositivi medici, che per l’Umbria vale 48 milioni, previsto dal Decreto Legge 30 marzo 2023, tabella 8. Non c’è alcun bisogno di ammazzare gli umbri di tasse, lo abbiamo sostenuto nei giorni scorsi e oggi lo ha confermato anche quanto emerso al MEF”.