E’ stato pubblicato il volume “Contro l’Assoluto. Estetica e critica dell’idealismo italiano”, un’opera inedita del filosofo Vincenzo Pirro, curata da Danilo Sergio Pirro.
Il manoscritto, rimasto a lungo inedito e recentemente rinvenuto tra le carte dell’autore, pubblicato con il patrocinio dell’associazione Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice – Terni, risale alla fine degli anni Sessanta o ai primi Settanta.
Si tratta di un saggio filosofico di straordinaria densità, in cui Pirro affronta e decostruisce in modo radicale i principali capisaldi dell’idealismo italiano novecentesco – da Giovanni Gentile a Benedetto Croce, da Vito Fazio-Allmayer a Cleto Carbonara – mettendo in discussione la pretesa dell’Assoluto di risolvere ogni differenza entro l’unità del soggetto.
A fondamento della sua proposta teorica, scrive il curatore, Pirro introduce il concetto di compossibilità: una logica del molteplice, della finitezza, della relazione, che si oppone alla razionalità totalizzante dell’Io assoluto. È in questa chiave che l’autore rilegge anche il ruolo dell’arte, intesa non più come manifestazione dello spirito assoluto, ma come esperienza del limite, dell’alterità, del singolare irriducibile.
L’estetica si fa così il luogo di una verità concreta, vissuta e condivisa, che sfugge alle chiusure sistematiche e restituisce valore alla dimensione relazionale del pensiero e dell’esperienza.
“Contro l’Assoluto” è un testo che, pur radicato nel dibattito filosofico novecentesco, appare oggi straordinariamente attuale. In un tempo in cui torna la tentazione di sistemi rigidi e totalizzanti, conclude Danilo Sergio Pirro, questa opera postuma invita alla vigilanza critica, al rispetto della pluralità, alla custodia della libertà come spazio della differenza.