Al convegno intitolato “L’Infermiere di Protezione Civile e il sistema di Emergenza-Urgenza”, promosso dall’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni e dal Coordinamento Infermieri Volontari Emergenza Sanitaria (CIVES), sono emersi dati allarmanti riguardanti gli accessi al Pronto Soccorso di Terni. Nei primi otto mesi del 2025 si sono registrati circa 37.000 accessi , di questi il 13% fuori regione, contro i 26.500 dello stesso periodo nel 2022. Un incremento di oltre 10.000 unità in appena tre anni, pari a una crescita superiore al 40%.
L’evento ha riunito decine di professionisti sanitari per una giornata di confronto, formazione e analisi sulle sfide attuali dell’assistenza infermieristica in situazioni emergenziali. Al centro del dibattito, il ruolo sempre più strategico dell’infermiere nei contesti extraospedalieri, la gestione dei grandi eventi, la preparazione specifica in situazioni di crisi, e soprattutto il dato ormai evidente del sovraffollamento dei pronto soccorso.
«L’infermiere di protezione civile va a completare gli aspetti professionali che la preparazione infermieristica richiede in contesti emergenziali, prevalentemente extra ospedalieri – ha spiegato Emanuela Roncella, Presidente CIVES –. Si sta già lavorando a un nuovo convegno sulla centralità dell’infermiere nei grandi eventi, sempre più frequenti e complessi da gestire”.
“Stiamo assistendo a un’impennata di accessi – ha dichiarato il Dott. Giorgio Parisi, Direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza e S.C. Pronto Soccorso – perché il pronto soccorso viene percepito come il luogo dove è possibile trovare risposte a qualsiasi tipo di problema, anche se non sempre urgente. Questo ci costringe a un profondo ripensamento organizzativo. Non si tratta solo di routine: l’intero piano d’emergenza intraospedaliera è in fase di revisione, così come i percorsi assistenziali e la logistica, per garantire una risposta più efficace e una migliore distribuzione dei pazienti.”