“Sul fronte dell’emergenza Covid stiamo un pò respirando”.
Lo ha detto la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei a margine della riunione dell’Assemblea legislativa.
“I dati ci stanno dando ragione e sono contenta che le misure adottate e che vanno anche oltre la nostra colorazione arancione, ha aggiunto, ci stiano portando dei risultati che ci fanno capire che stiamo andando nella giusta direzione. Da lunedì – annuncia poi la presidente – rivedremo alcune ordinanze a cominciare dalla scuola con il ritorno in presenza degli studenti della prima media. Cosa importante – evidenzia la presidente – è la tenuta del nostro servizio sanitario regionale grazie anche a tutti gli operatori e vorrei ribadire che noi abbiamo già realizzato il piano previsto dal Governo nel decreto ‘Rilancio’ e abbiamo addirittura aumentato i numeri a disposizione delle terapie intensive, sub intensive e dei posti letto rispetto a quel piano”.
Tesei ricorda inoltre che “è in corso il piano di salvaguardia. Per non trovarci impreparati a un eventuale ritorno futuro del virus, anche in concomitanza con l’arrivo dell’influenza stagionale”.
Sui festeggiamenti di Natale e Capodanno, la governatrice non ha dubbi: “dovranno avvenire in famiglia e in maniera moderata, questo è il momento della responsabilità”.
Nel suo intervento all’Assemblea legislativa la presidente della Giunta Donatella Tesei ha fornito le cifre aggiornate della fase 2 dell’emergenza sanitaria, ricordando che “l’indice Rt è sotto 1, il tasso di letalità è all’1,50, dato quest’ultimo ‘fisiologico’ e comunque nella media nazionale. I segnali di ottimismo di qualche settimana fa si sono fatti adesso più consistenti – ha detto la presidente – e sono validati dalla fondazione Gimbe: siamo a metà classifica per quanto riguarda i contagi e al 14/o posto in Italia per contenimento. L’Umbria è invece 13/a per positivi sui casi testati e i tamponi sono in costante crescita. Le misure restrittive della Regione Umbria, che hanno anticipato quelle del Governo nazionale, in seguito rafforzandole, hanno funzionato. Le misure sanitarie predisposte si sono rivelate efficienti nonostante le polemiche, gli attacchi e le notizie false diffuse. I posti letto Covid occupati sono il 50%, sotto la media nazionale, le terapie intensive hanno il 55% di posti disponibili, non una ‘percentuale da incubo’, come qualcuno ha detto. Le terapie intensive sono diventate 130, più di quelle che il Governo aveva richiesto. Siamo tra le Regioni italiane che le hanno incrementate di più. Le semintensive sono adesso 62 e siamo partiti con quattro posti. I posti letto per malattie infettive attivati sono 584, erano 28. Ringrazio per il loro grandissimo lavoro i sanitari e il personale. L’Umbria è molto lontana dall’essere la maglia nera fra le Regioni italiane, nonostante la tempesta del Covid nella fase 2 sia stata ancora più violenta che nel resto d’Italia. L’Umbria è fra le Regioni che hanno reagito meglio.
I fatti dimostrano che le scelte sono state corrette, merito di tutti, personale sanitario e protezione civile. Non abbassiamo la guardia, restiamo vigili. Per la fase 3 abbiamo il Piano di salvaguardia, l’Umbria è stata fra le prime regioni a predisporre un Piano di emergenza e tutto ciò che non utilizzeremo adesso, perché per fortuna al momento non ci serve, servirà per la fase 3 che, dicono gli esperti, si sommerà al picco influenzale previsto per fine gennaio, inizio febbraio. Il nostro Piano di salvaguardia si avvarrà di tutti i posti già previsti, 32 nelle aziende ospedaliere di Perugia e Terni e 12 nell’ospedale da campo finanziato dalla Banca d’Italia. Questi sforzi, sostenuti a beneficio delle strutture ospedaliere, rimarranno nella disponibilità degli umbri. L’ipotesi ospedale di Civitanova Marche è solo per la gestione di un eventuale picco di incrementi in attesa della realizzazione completa del Piano di salvaguardia, quindi è da intendersi come misura residuale, al momento non ce n’è bisogno. Il consulente Bertolaso, senza potere decisionale è a costo zero, lo dobbiamo solo ringraziare. Anche noi abbiamo curato pazienti provenienti da Marche, Toscana e Lazio, sia in fase 1 che in fase 2.
L’ ospedale da campo dell’esercito a Perugia e quello della Croce Rossa a Terni sono frutto di una programmazione attenta, non casuale. I 38 posti letto Covid dell’ospedale da campo non ce li ha nessuno. Dovrebbe arrivare a metà dicembre e non lo utilizzeremo per portare gente ‘in campeggio’, come qualcuno ha detto. Ci facciamo affidamento per il Piano di salvaguardia. Non sappiamo ancora se tutto questo basterà per la fase 3, stiamo valutando altre soluzioni aggiuntive rispetto alla rete ospedaliera. Da aprile stiamo facendo verifiche sull’Ex Milizia di Terni, su via del Giochetto a Perugia e su altre strutture. Il problema è il costo degli investimenti, la durata degli interventi, la carenza di personale come in tutte le altre regioni italiane e l’utilità futura di tutto quanto. Per questo abbiamo optato per soluzioni veloci. La prossima settimana riuniremo di nuovo il tavolo di confronto con le forze di minoranza, nonostante l’amarezza per qualche uscita dubbia: come si fa a chiedere ‘dove sono i 25 milioni del Piano Arcuri per l’ampliamento della risposta sanitaria di tutte le regioni’, come se li avessimo distolti noi, in qualche maniera. Lo sapete benissimo dove sono e non è giusto gettare discredito sulle istituzioni. Solo dai primi di novembre è stato possibile iniziare la progettazione, questi sono i fatti e queste sono le date, e valgono per tutte le regioni, nella consapevolezza che la realizzazione pratica di quanto previsto nelle strutture sanitarie è impossibile da concretizzare nei tempi veloci che vorremmo noi. È molto difficile fare interventi strutturali in piena pandemia. Lunedì ci sarà una conferenza stampa della Sanità umbra per spiegare come saranno garantiti i livelli minimi di assistenza negli ospedali. Ringraziamo anche i 150 tracciatori dell’ Università che hanno dato una grossa mano.
Devo fare anche un appello agli umbri: sono possibili parziali e limitati allentamenti nelle misure, siamo fra i primi a superare la fase 2 che ha colpito molto forte, ora i nostri comportamenti sociali devono farci convivere con il covid. A dicembre ci sarà una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini. La responsabilità di tutti farà la differenza, anche per la ripartenza. Negli ospedali ancora dura la guerra e i cittadini devono essere di aiuto”.