Una potenza! E’ bastato un niente, solo esprimere il concetto: la Lega di Terni propone un consiglio comunale straordinario per chiedere al Governo “l’adozione di misure certe ed efficaci – in primo luogo la chiusura di tutte le attività, salvo le farmacie e le rivendite alimentari – per tutelare la salute pubblica” e già tre ore dopo il presidente del Consiglio annuncia alla nazione che è cosa fatta.
Il gruppo consiliare della Lega di Terni, che prima dell’8 marzo non ha avuto tempo di dire niente e niente da proporre sull’emergenza Covid 19, girato il calendario sul 10 marzo si è svegliato e con esso tutto il Comune. Fino ad allora silenzio quasi assoluto, poi, smaltite le fatiche per la concentrazione sulla campagna elettorale ci si è ricordati che esistono anche i problemi, che c’è una città comunque da “tirare avanti”. E giù, vai con le comunicazioni e le misure adottate e applicate: nuove modalità di accesso per i servizi demografici, verifica dei pubblici esercizi da parte della polizia municipale, chiusura di parchi pubblici e cimiteri; il museo? “Visitatelo on line” consiglia il Comune; persino un colloquio Latini-Burelli per la “tutela della salute” all’Ast e un segretariato sociale telefonico. In mezzo la “perla”: la richiesta di un consiglio comunale straordinario, mentre gli assembramenti e le riunioni sono da evitare, per dire al Governo che fino ad ora (ma si parla – va ripetuto – di tre ore prima dell’ultimo decreto) non è che abbia marciato bene. Mo’ ve lo spighiamo noi, insomma.
Un consiglio straordinario per suggerire anche l’adozione di norme “chiare ed efficaci a sostegno del lavoro, delle aziende e delle famiglie” e annunciare “l’adesione alle iniziative delle associazioni di volontariato per la consegna a domicilio di generi di prima necessità”
Potevano mancare le reazioni da parte dell’opposizione di centro sinistra e Cinquestelle? Ma quale consiglio straordinario – dicono in una nota congiunta i consiglieri di Senso Civico, M5S, Pd e Terni Immagina – noi rimettiamo “nelle mani del sindaco l’opportunità o meno delle azioni sollecitate dal carroccio. Provvedimenti che in parte potrebbero essere presi dalle autorità locali e di cui siamo pronti a condividere la responsabilità politica, per la tutela della salute di tutti i lavoratori”. “Ci riferiamo in particolare alla proposte che rispetto al lavoratori dipendenti di attività che non svolgono servizi essenziali; di quelli nelle fabbriche; di quelli degli appalti comunali per le pulizie. Se il Sindaco riterrà di emettere ordinanze saremo pronti a confrontarci e valutarne il sostegno”, aggiungono. E quindi concludono: “Nel frattempo consigliamo a chi vive a Roma di imparare dalle minoranze democraticamente elette nel consiglio comunale di Terni come si sta responsabilmente all’opposizione.La città non necessita di “commissari politici” e soprattutto in questo frangente tali figure devono imparare a farsi da parte, essendo in carica un Sindaco con ampi poteri previsti dalla legge, che in primis ha l’enorme peso di essere il primo responsabile della salute dei cittadini.Un Sindaco che in questa fase può contare sul sostegno di tutte le forze politiche, speriamo anche della sua”.
Sembra chiaro il riferimento alla commissaria della Lega Barbara Saltamartini, cui viene ricordato che un impegno di partito va limitato al partito (d’altra parte se c’è il sindaco a che serve il podestà?).
Anche il Gruppo consiliare Uniti per Terni fa sentire la propria voce critica e nell’informare di ritenere inutile l’iniziativa proposta dalla Lega, specifica che siccome questo “Non è il momento di fare polemica, la politica tutta deve sostenere le misure che saranno decise dal governo. Non è il momento di inutili protagonismi,spetta al governo,di concerto con le regioni e su indicazione degli organismi tecnico-scientifici ,decidere ulteriori misure restrittive per contrastare la diffusione del coronavirus. Come predisposto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte”. Ognuno faccia il suo e stia – a questo punto – al proprio posto.