Umbria a due velocità con il rischio di essere inserita, la prossima settimana, in fascia rossa. Il pericolo potrebbe essere scampato, domani, perché “la cabina di monitoraggio nazionale lavora su dati di 14 giorni fa, ha spiegato il direttore regionale della sanità Claudio Dario, quindi con una situazione che non aveva ancora visto la ripresa complessiva delle attività nei diversi contesti. In questa settimana, pertanto, il rischio di diventare ‘rossi’ lo ritengo relativo”.
Il dottor Marco Cristofori del nucleo epidemiologico regionale ha evidenziato come la curva epidemiologica dal 24 dicembre sia ricominciata a salire con un andamento piuttosto lineare e ciò si è verificato subito dopo l’allentamento delle misure restrittive in vista delle festività natalizie.
“L’Rt degli ultimi 14 giorni è a 1,14, ma quello calcolato dall’Istituto superiore di sanità è di 0,96. La maggior parte dei positivi, ha aggiunto, ha un’età compresa fra i 30 e 65 anni, la fascia scolastica ha un aumento di incidenza, i ricoveri ordinari sono in salita, i ricoveri in terapia intensiva hanno un andamento oscillante con un incremento e ci sono dati oscillanti anche per quanto riguarda i decessi, con una lieve tendenza all’aumento ed una diminuzione negli ultimi giorni”.
La dottoressa Carla Bietta ha evidenziato che il 16% dei ricoverati ha almeno una patologia cronica e a questa si associa spesso il ricovero e anche il decesso.
Come dicevamo, l’Umbria registra situazioni nettamente diverse tra perugino e ternano.
“L’incidenza nel territorio è variabile per comuni ed aree, ha evidenziato il direttore regionale della sanità Claudio Dario, tra la provincia di Terni e la provincia di Perugia c’è una differenza che si è evidenziata nelle ultime due settimane. Nel ternano è bassa nel perugino è alta: da metà gennaio nella provincia ternana l’incidenza è pari a 69,81 ogni 100.000 abitanti mentre a Perugia è di 234,11 e nel perugino ci sono comuni con numeri decisamente maggiori. Bisognerà affrontare le valutazioni sugli interventi da mettere in atto in specifiche aree altrimenti tutta la regione rischia di essere inserita nella zona rossa.”
Al riguardo il commissario regionale Covid Massimo D’Angelo ha detto che “per analizzare nel dettaglio le ragioni di tale situazione oltre a studiare le caratteristiche sociali dei territori, va anche sequenziato il coronavirus focalizzando le eventuali variazioni. In questo senso ci siamo attivati con le nostre strutture regionali, per individuare l’intero pattern genetico del Covid-19 e adottare modelli di gestione per la diffusione del virus”.
“Se vogliamo stabilizzare l’epidemia, ha affermato l’assessore Luca Coletto, dobbiamo avere gli strumenti giusti. Mancano i protocolli di cura domiciliare che ad oggi solo sperimentali, per rendere più operative le Usca. Auspico di averli a breve per dare un po’ di fiato ai nostri ospedali.”
Infine il commissario D’Angelo ha fatto il punto nelle rsa.
“Al 27 gennaio c’erano 101 strutture con casi positivi mentre al 27 gennaio sono aumentate a 104. I soggetti positivi sono 297, 34 in più rispetto alla precedente settimana. Gli ospiti positivi sono sette in più mentre gli operatori positivi, che al 20 gennaio erano 104, al 27 sono saliti a 131 con un aumento di 27 casi. Fondamentali sono le misure comportamentali adeguate che vanno sempre garantite, ha concluso, la vaccinazione è una misura integrativa e non sostitutiva”.