“Ripristinare l’ordinanza che stabiliva l’obbligo di comunicare il proprio spostamento alle autorità sanitarie per le persone che fanno ritorno in Umbria”.
A chiederlo è il sindaco di Narni Francesco De Rebotti in una comunicato nel quale spiega la motivazione della richiesta e sostiene l’importanza di un controllo su chi torna nella regione.
“L’obiettivo evidente – dice De Rebotti – è quello di poter rendere tracciabile il loro percorso e nel caso avere più facilità nel costruire lo screening epidemiologico dei contatti. A quest’obbligo si associava, pratica altrettanto positiva, l’opportunità che veniva concessa di poter chiedere di sottoporsi a tampone. Sono numerosi i soggetti che nel mio comune e immagino in tutta l’Umbria hanno seguito questo iter ed utilizzato l’opportunità della tamponatura. Per questo è stata grande la mia sorpresa nello scoprire che questa ordinanza non c’è più”.
De Rebotti chiede quindi alla presidente Donatella Tesei e alle autorità sanitarie regionali “di ripristinare questa buona pratica, recuperando se possibile l’utenza che dal 18 maggio ad oggi ha ricevuto risposte solo di cessazione dell’obbligo di comunicazione e di applicarla ufficialmente per lo meno fino al 3 giugno, data nella quale si dovrebbe assistere alla riapertura della circolazione interregionale. Ciò – sottolinea ancora de Rebotti – per una sicurezza personale ma anche, chiaramente, per un ritorno sereno per l’intera comunità. Questa pratica ha perso effetto dal 18 maggio e le risposte che stanno ottenendo i cittadini di ritorno, ignari della cessazione dell’obbligo di comunicazione, alle mail inviate al servizio sanitario regionale lo confermano. Il ripristino di questa percorso, nei giorni che hanno comportato un notevole incremento di fenomeni di socializzazione – conclude il sindaco – rappresenta ancor più una forma di cautela necessaria per i soggetti che tornano nella nostra regione e per le nostre comunità”.
Intanto con una propria ordinanza il sindaco Francesco De Rebotti sancisce la discrezionalità in merito alle aperture da parte dei negozi.
Acconciatori ed estetisti dovranno ricevere su appuntamento, come stabiliscono le norme nazionali, ma non avranno nessun obbligo di comunicazione al Comune e ai clienti per quel che riguarda giorni di apertura e orari di lavoro.
Gli esercizi di vicinato e le medie strutture di vendita avranno invece l’obbligo di esposizione al pubblico dell’orario di apertura e chiusura, ma anche per questa tipologia di attività non c’è nessun obbligatorietà a comunicare l’orario al Comune. Gli esercizi di somministrazione alimenti e bevande, in particolare bar e ristoranti, nonché le attività artigianali quali pizzerie al taglio, rosticcerie, gelaterie e similari, devono esporre l’orario al pubblico ed hanno l’obbligo di comunicarlo al Comune.
“Sono misure che tendono ad agevolare il recupero della produttività persa in questi mesi di chiusura forzata a causa del virus – ha commentato il sindaco – e che hanno anche l’obiettivo di ridisegnare una città diversa e più dinamica”.