“La curva epidemiologica nell’ultima settimana in Umbria dopo essersi appiattita sta iniziando una discesa un po’ più decisa con buoni segnali anche sull’occupazione delle terapie intensive destinate a pazienti Covid e ciò nonostante la presenza molto importante della variante inglese – che è particolarmente infettiva – e di quella brasiliana”.
Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto nella videconferenza di aggiornamento sull’andamento della diffusione del coronavirus. Il dettaglio dei numeri è stato poi fornito da Luca Cristofori del nucleo epidemiologico regionale.
“La terza ondata ha faticato molto a scendere, ha detto, soprattutto a causa delle varianti: in Umbria circola il 64% di quella inglese e il 32% di quella brasiliana, la prima è più infettiva, ma la seconda elude in parte l’efficacia dei vaccini. L’RT umbro è sceso a 0,71 mentre in Italia è 0,80. I focolai, con oltre 200 casi su 100 mila abitanti, insistono soprattutto in Alto Tevere, in particolare a Città di Castello e nell’Alto Chiascio, a Gubbio. Si è leggermente riacceso il focolaio in Valnerina, dove i residenti sono appena 8 mila. L’incidenza regionale è 110,09: in provincia di Perugia 115,66 e in quella di Terni 93,98. L’Umbria è una delle regioni italiane messa meglio per incidenza ed indice RT. Mantenendo le condizioni attuali si prevede una discesa, entro 14 giorni, intorno a 50 casi ogni 100 mila abitanti, limite previsto dal Governo per le cosiddette ‘zone bianche’. A quel livello l’infezione è controllabile. Per quanto riguarda le classi di età sono tutte più o meno in discesa e quella 0-2 è al di sotto di tutte le altre. La classe 19-24 anni oscilla ma sta comunque scendendo, negli ultra 80enni l’incidenza è un po’ più bassa della media regionale, ma non possiamo dire che la causa sia il vaccino perché non abbiamo ancora questi dati”.
Carla Bietta, sempre del nucleo epidemiologico umbro, ha focalizzato l’incidenza del virus per fasce di età.
“Dall’inizio dell’epidemia ci sono state delle fasce di età più ‘responsabili’ della diffusione dell’epidemia: 0-13 e 14-29 anni nella terza ondata hanno avuto un’incidenza più alta, ma ora si stanno riallineando nonostante siano ancora oltre la media. C’è una riduzione ricoveri sia in area medica che in terapia intensiva e ciò ci rincuora. Anche i decessi continuano a scendere. Nel confronto fra la seconda ondata da ottobre a dicembre 2020 e la terza da gennaio a marzo 2021 emerge che in quest’ultima c’è stato un incremento dei ricoveri in tutte le fasce di età così come per i decessi, mentre per ultra89enni non c’è una differenza significativa. La terza ondata, che ha visto la circolazione delle varianti è stata sicurammente più impegnativa”.
E con il miglioramento della curva epidemiologica la Regione inizia a pensare alla fase di riconversione dei posti letto nelle strutture sanitarie.
“Visto che stiamo rientrando sotto la soglia del 30% per l’occupazione di terapie intensive Covid, ha detto l’assessore Coletto, è già partito un dialogo con i direttori della regione per riprogrammare la riconversione dei reparti, delle sale operatorie e affrontare il tema liste di attesa”.