L’Umbria è davvero una regione a due velocità con un polo che marcia spedito e l’altro che appare impastoiato? In effetti se ci ferma al responso più immediato fornito dalla classifica del Sole-24ore sula qualità della vita nelle province italiane la risposta parrebbe ovvia e affermativa: con Milano largamente prima, Perugia è al 37° posto mentre Terni è molto più giù, al 63°.
26 posizioni in meno e non è poco. Accadde, in verità di peggio nel 1990 (il Sole pubblica le graduatorie a partire da quell’anno) quando lo scarto in favore di Perugia fu di 41 posizioni (Perugia 31^, Terni 72^) e specialmente cinque anni dopo, nel 1995, quando il divario fu di ben 43 posizioni: Terni cinquantottesima e Perugia quindicesima.
Spulciando tra i numeri si può notare anche che lo scorso anno la differenza era di nove posizioni (59 Perugia, 68 Terni) e che quindi la variazione verificatasi in entrambi i poli umbri è stata in positivo, ma molto più marcata per Perugia che ha scalato 22 posizioni con Terni che si è dovuta accontentare solo di cinque.
Ma si sa, sono numeri. E non sempre riescono a dare un’immagine precisa di quel che succede. Basta qualche fatto particolare e le oscillazioni da un anno all’altro diventano notevoli. Tanto per fare un esempio: tra il 2013 ed il 2014 Perugia ha guadagnato 23 posizioni; Terni ne perse nove. Il 2013 aveva segnato come responso dell’indagine del Sole che Terni era al 39° posto precedendo nettamente Perugia, 50^. In un anno tutto si ribaltò e nel 2014 Perugia era ben 35 posizioni più in alto: 27^ con Terni al numero 62. L’anno seguente però eccole di nuovo vicine : Terni 65^ e Perugia che scalava di trenta posti indietro, 57^. S’era semplicemente ritornati ad una situazione di “normalità”
Nel 2019 il divario in favore del polo “Nord” è consistente. Ma poi scendendo ad esaminare i vari settori presi in considerazione nell’indagine, si può subito notare che sono due le voci che marcano fortemente la differenza: la cultura e il tempo libero e la demografia e società. Cultura e tempo libero significa la presenza di librerie e biblioteche, sale cinematografiche, teatri, palestre e biblioteche, mostre, concerti; la qualità della ricettività alberghiera, ristoranti e bar, la spesa ai botteghini, l’indice di sportività. Se Perugia in questo settore è sedicesima in Italia, Terni si trova al 72° posto.
Diverso e più delicato il settore Demografia e società: anch’esso registra una forte differenza tra i due capoluoghi: al posto 39 Perugia, all’80 Terni. Qui si guarda al saldo migratorio che a Terni è negativo dello 0,7% mentre a Perugia è dello 0,2; la speranza di vita alla nascita (Perugia 84 anni, Terni 82,5), il numero medio di anni di studio del cittadini over 25 (Terni 10,6 Perugia 10,8) mentre gli altri indici sono relativi al tasso di mortalità (Perugia 11 su diecimila abitanti, Terni 12,6) le patologie che provocano la morte: a Perugia in cinque anni si registrano 2,5 deceduti per infarto (Terni 2,2) e 15,1 per tumore, a Terni 16,3.
Molto peggiore rispetto a Terni il comparto giustizia e sicurezza a Perugia la quale in Italia risulta essere alla 59^ posizione. Terni è 35^. Qui abbondano le denunce per reati legati alla circolazione di sostanze stupefacenti: 70,9 ogni centomila abitanti contro le 48,9 di Perugia, la quale però perde punti per il riciclaggio di denaro con una denuncia e mezza ogni centomila abitanti in una graduatoria che vede Terni al primo posto in Italia con zero denunce. A Perugia risultano di più i furti di auto e negli appartamenti, meno le denunce per violenze sessuali che a Terni sono 7,5 ogni centomila abitanti.
Vicinissime le posizioni riguardanti ricchezza e consumi ed il settore ambiente e servizi. Nel primo comparto d’indagine si registra come a Perugia sia maggiore il prezzo medio di vendita delle case (1950 euro al metro quadro contro 1400), più alti i canoni medi di locazione (660 euro contro i 400 di Terni) più basse le pensioni di vecchiaia (in media 1089 euro contro i 1259 di Terni.
I dati per l’ambiente e servizi: ciò che per primo salta agli occhi è il dato del forte divario delle spese sociali degli enti locali che a Perugia sono oltre quattro volte quelle di Terni (176 euro pro capite contro 41); che i perugini usano mezzi pubblici molto più che i ternani per i quali il rapporto passeggeri numero di abitanti è di 38,1 mentre per i “cugini” è di 74,5, ma a Perugia risulta maggiore l’offerta .
In entrambi i casi si parla di un diverso grado di incisività da parte elle amministrazioni locali.
Infine la curiosità: Terni è all’avanguardia per il numero dei medici di famiglia: 1,4 ogni mille abitanti, cosa che le frutta un brillante secondo posto nella graduatoria italiana; a Perugia sono invece 0,9.
Un’Umbria a due velocità, quindi? I numeri non dicono tutto, o comunque vanno interpretati perché quando l’export sul pil è considerevolmente maggiore a Terni che a Perugia (28,8% contro 19) va considerato che a formare le percentuali ternane gioca un ruolo preponderante l’esportazione di prodotti siderurgici. Si tratta, a lume di naso, di un fenomeno concentrato su pochi punti, mentre il fenomeno appare più diffuso in provincia di Perugia.
Infine i dati sul lavoro: in tutta l’Umbria non risultano imprese di under 35 sul totale di quelle di nuova registrazione; diverso è il tasso di disoccupazione: 9,8 a Terni, 9 a Perugia, e la differenza si riverbera sul tasso di disoccupazione giovanile a Terni pari al 28,7 e a Perugia del 20,2.
Non è un caso che sia maggiore tra i due poli provinciali il saldo tra chi se ne va e chi arriva: sono più coloro che partono a cercare fortuna. L’importante è che usino mezzi di trasporto diversi da una ferrovia che per l’Umbria avrebbe grande importanza ma che tanto per restare nell’ambito delle classifiche del Sole 24 Ore, è considerata la quinta linea ferrata peggiore d’Italia: è la vecchia Terni-Sansepolcro, la “Centrale Umbra”, più utile in verità a Terni che a Perugia per muoversi in ambito regionale “Treni lenti, infrastruttura da ammodernare – motiva il Sole – I lavori di ristrutturazione sono in ritardo di due anni e mezzo”. Nel Perugino, andrebbe aggiunto. Perché alla stazione di Terni come siano fatti i vagoni della Fcu nessuno se lo ricorda nemmeno più, visto che non vi arrivano da parecchio.