“L’ escalation dei prezzi energetici e dei beni alimentari rischia di vanificare la crescita economica. Secondo alcune proiezioni sono a rischio quasi in milione di posti di lavoro ed è un lusso che non ci possiamo permettere”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del Cortile di Francesco, oggi ad Assisi, dove ha partecipato al convegno “Lavoro, occupazione e dignità”. “Al governo – ha aggiunto Sbarra – chiediamo di adottare un provvedimento urgente finalizzato a liberare risorse nella prospettiva di sostenere imprese, famiglie, lavoratori dipendenti e pensionati.
“Il Governo – ha detto ancora Sbarra – deve valutare questa fase come straordinaria, mettendo quindi in campo risorse che possono essere attinte dagli extra profitti delle imprese energetiche, delle multinazionali della logistica e nelle imprese del digitale. Ma, in misura estrema occorre prendere in considerazione anche lo scostamento di bilancio. Anche l’ Europa deve fare la sua parte, mettendo un tetto massimo al prezzo del gas”.
Al convegno erano presenti anche il presidente di INPS Pasquale Tridico e il nuovo direttore della Caritas che ha sostituito nell’incarico mons. Francesco Antonio Soddu nominato vescovo di Terni, don Marco Pagniello.
“Oggi – ha affermato Angelo Manzotti , segretario general regionale della Cisl – in qualche modo torniamo sul tema cardine del Primo Maggio nazionale, che quest’anno si è tenuto proprio ad Assisi. Il tema del lavoro però – prosegue – investe più fronti e porta con sé caratteristiche che sono e rimangono irrinunciabili in una società giusta. Quindi deve essere sicuro, dignitoso, stabile, di qualità e rispondente al percorso di studi compiuto. Ancora oggi permane troppa disparità salariale di genere e ancora troppi giovani sono costretti a lasciare l’Umbria perché non trovano condizioni contrattuali e retributive adeguate. Vanno via dai loro paesi o dai luoghi dove hanno studiato per raggiungere altre regioni o Paesi, che offrono opportunità migliori. Oltre ad essere un’ingiustizia, questa – conclude Manzotti – rappresenta una grave perdita per la collettività: le risorse umane, infatti, sono la premessa dello sviluppo e del futuro dei nostri territori, della nostra Umbria. In altre parole, sono la nostra ricchezza”.