Un intervento durato poco più di mezz’ora per illustrare all’Assemblea legislativa di Palazzo Cesaroni, le proprie comunicazioni sulla crisi di giunta apertasi con le dimissioni dell’assessore Luca Barberini nella vicenda delle nomine in sanità. C’era attesa per le parole della Presidente umbra Catiuscia Marini. Facendo riferimento alle dimissioni dell’assessore alla Sanità e alle vicende correlate, la Presidente ha spiegato che la scelta dei direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliere è avvenuta valutando esperienze e curriculum, in un percorso partecipato dall’intero Esecutivo regionale. La Marini, nell’auspicare il rientro in Giunta del consigliere Barberini, ha rilevato che la frattura politica che si è prodotta “si può ricomporre dedicando attenzione a risolvere i problemi dell’Umbria, altrimenti non ci sono più le ragioni di portare avanti questo cammino”.
Al termine delle comunicazioni della Presidente, la seduta e’ stata interrotta per dare modo ai singoli gruppi consiliari di preparare i loro interventi in proposito. I lavori sono ripresi alle 12,45.
LE COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE. “Il 27 luglio 2015 una delibera della Giunta ha avviato il percorso di aggiornamento per l’indizione di un elenco nazionale di disponibilità. Una commissione tecnica composta da tre docenti universitari ha analizzato le candidature pervenute, valutando requisiti di legge, attinenza curricolare e profili dei candidati. Il 21 dicembre la Giunta ha preso atto dei lavori della Commissione e dell’elenco dei candidati e dei loro curriculum. Da quella data tutta la Giunta è in possesso degli atti sui candidati e la relativa documentazione. Le nomine sono state effettuate nel febbraio 2016. Nel frattempo abbiamo provveduto ad un approfondimento dei profili, valutando meglio le esperienze maturate dai candidati. La nuova legge Madia (che introduce il principio della rotazione, anche tra le direzioni delle aziende del sistema sanitario regionale) porterà innovazioni, limitate per l’Umbria visto che essa riprende gran parte della legge regionale vigente. Che abbiamo applicato richiedendo merito e competenza professionale, curriculum ed esperienze specifiche, dato che non è detto che un manager di una azienda aeronautica sia idoneo a gestire una azienda sanitaria regionale. L’assessore Luca Barberini non ha condiviso con noi questo ‘ultimo miglio’ di un percorso di cui ha fatto parte fino agli ultimi mesi. Dopo aver visto in modo dettagliato questi nomi sono orgogliosa che i direttori di queste aziende possano rappresentare una parte alta del sistema sanitario regionale e nazionale. La politica si è bloccata nell’individuazione dei nomi o dei punti programmatici? Non certo nei punti programmatici.
La politica deve recuperare la dimensione progettuale e programmatica. Siamo coinvolti in un percorso di riforma. Il Piano sociale, dopo una larga partecipazione, sta andando avanti, prendendo atto delle richieste di modifica ricevute. Dovremo definire il nuovo Piano sanitario e la nuova governance aziendale. Dobbiamo interrogarci su qualità ed efficienza dei servizi. Giunta regionale e Assemblea legislativa hanno in queste dinamiche ciascuna il proprio ruolo e spazio. I direttori sanitari, anche con la propria esperienza, possono fornire alla politica elementi utili per migliorare i servizi sanitari per i cittadini umbri. Ho la tranquillità di un presidente che ha agito con autonomia e indipendenza. Dalle mie azioni questo messaggio è più forte di quanto possa essere mobilitato da altri livelli del governo regionale. L’innovazione non si fa solo dentro le aule dell’Assemblea o dentro Palazzo Donini. Essa richiede investimenti sul cambiamento da parte di attori regionali consapevoli. Bisogna aprire la fase di un nuovo regionalismo, per un assetto istituzionale che non coincide con le attuali regioni. Dobbiamo predisporre una agenda politica molto forte basata su sviluppo economico e ambiente per portare avanti una sfida riformatrice e di innovazione che va guidata con l’energia di una politica capace di analisi e di confronto. Servono sperimentazione, elaborazione, nuove patti sociali. Un lavoro lungo e faticoso che va oltre i tweet e i titoli di Facebook. L’Assemblea legislativa, luogo istituzionale pure centrale, non è ‘l’arena’ dove inizia e finisce tutto. Il processo innovatore può avere successo se usciamo da questo ambito. Fuori di qui ci sono sfide culturali, ambientali, economiche e occupazionali che dobbiamo affrontare. Valutando le proposte delle multinazionali, di Nestlé, di Novamont, di Beaulieu e di Ast.
Un grande pensatore, Max Weber, ha fornito una elaborazione importante sui principi che devono ispirare l’impegno politico: passione, senso di responsabilità e lungimiranza. Da declinare tutte e tre insieme per dare efficacia riformatrice all’azione politica. Non sono mai stata per la ‘politique politicienne’ basata dei numeri e per le soluzioni tecniciste. Ascolterò gli interventi e comunicherò le mie decisioni intervenendo alla fine del dibattito. Se la rotta non sarà più il programma di governo, se la rotta non è dedicare il tempo e l’attenzione a risolvere i problemi dell’Umbria, allora il tema non sono i numeri. È che non ci sono più le compatibilità e le ragioni per le quali invece questo cammino deve proseguire e andare avanti”.