A qualcuno il vocabolo “strallato” potrebbe anche dire poco ma è lo stesso procedimento con cui venne costruito il Ponte Morandi di Genova, che crollò qualche anno fa. Alle quattro del pomeriggio saranno presenti l’assessore regionale alle infrastrutture, Enrico Melasecche ed il Sindaco di Narni, Lorenzo Lucarelli. L’opera, lo ricorda Giorgio Maurini, progettista e direttore dei lavori, non era stata progettata direttamente dall’ingegner Morandi ma dal collega Vincenzo Collina di Forlì nel 1974, ma era strutturalmente eguale a quella crollata.
Con maggiore preveggenza che non da parte della società Autostrade, il ponte narnese era stato ricollaudato da Maurini nel 2019 con carico mobile di 16 bilici per totali 704 ton. Per l’ingegnere narnese ci sono due considerazioni da fare: la tecnica, quella del Morandi, era ed è, affidabilissima nonostante le critiche che gli erano cadute addosso in maniera postuma. La seconda è che la mancanza di manutenzione e di interesse è stata la vera causa del crollo genovese. A Narni il ponte era stato controllato nel 2019 e ora si procede ad adeguati lavori di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria per allungargli la vita.
C’è anche un’altra storia da raccontare sul ponte. Prima era di proprietà della Terni Chimica, che l’aveva costruito, e poi era diventato della Italeafe, attualmente coinvolta in operazioni di fallimento. Prima dei provvedimenti giudiziari relativi, l’assessore Melasecche aveva trovato i finanziamenti, assegnati in capo al Comune di Narni. Solo per questa operazione il ponte non è stato chiuso ed il Comune si trova anche ad avere un bene in maniera gratuita ed anche ristrutturato.