Le polemiche “divampate attorno al tema” Fecciarossa sono difficili da capire e “sanno tanto di logiche di parte e campanilistiche”. Se qualcuno ne avesse sentito la mancanza ecco che a parlare di campanilismo qualcuno ci è arrivato: si chiama Roberto Giannangeli ed è il direttore della Cna Umbria. Giannangeli fa sua la “Tesi Catiuscia”, ma solo in parte, quella che – ritiene- basterebbe a spiegare perché tutti gli umbri dovrebbero ballare su due soldi se il Frecciarossa ferma a Perugia. Ripete il refrain della regione isolata che vede le ali del suo sviluppo tarpate dalla mancanza di infrastrutture.
Chi può non essere d’accordo sulla necessità di maggiori infrastrutture in Umbria? La questione però è che l’Umbria già piccola di suo non può essere ristretta al triangolo Trasimeno, Perugia, Assisi e che non sono mai esistite delle mappe che, al di sotto di Marsciano e Collazzone portassero la dicitura “Hic sunt leones”.
La questione non è la fermata del Frecciarossa. Ma è quella che viene accennata anche dalla presidente Marini nella “tesi Catiuscia”. Il 70 per cento dei turisti – dice – viene in Umbria per visitare il Trasimeno, Assisi e Perugia; la quale Perugia è sede di due università (ma una non si parlava di un’università regionale?); Perugia è l’area business “vera” della Regione; a Perugia hanno sede gli uffici pubblici più importanti, cui sta per aggiungersi il tribunale fallimentare, visto che a Terni esso sarà soppresso, così come è successo per la Banca d’Italia, la Camera di commercio, il provveditorato agli studi. Così come si vorrebbe accadesse istituendo una sola azienda ospedaliera (perché l’ospedale di Terni è di continuo depauperato di primari di nome?) ed una sola Azienda sanitaria locale. Campanilista è chi vorrebbe un maggiore equilibrio tra i territori o chi invece l’equilibrio lo sta minando accaparrandosi tutti i centri decisionali ed operativi più importanti e con essi la totalità delle nuove infrastrutture pubbliche?
Forse, come direbbe Forrest Gump, “Campanilista è…”