Per qualcuno il tema è ostico: parlare del Capitano Erasmo da Narni potrebbe ingenerare una qualche sfortuna, è una leggenda che viene da lontano. Ma tant’è. Una polemica nazionale lo interessa in questi giorni, meglio ancora ne interessa la statua, la bellissima opera del Donatello, in bella vista a Padova. Che per i misteri della vita è di proprietà del Vaticano, ma anche dell’umanità dal momento che è negli elenchi di tutela dell’Unesco. In ogni modo il delegato pontificio ha dato l’avvio alla ristrutturazione della statua, in condizioni precarie dopo secoli di esposizione alle intemperie. La levata di scudi del sottosegretario Vittorio Sgarbi alla notizia è stata terribile, ricordando che per mettere le mani su un capolavoro del genere bisogna essere degli esperti. E a lui non risulta che in Vaticano e dintorni ce ne siano. Ed ha agito di conseguenza: si è fatto issare il ponteggio che avvolge il bronzo e da lì ha offerto la collaborazione del Soprintendente che potrà avvalersi delle competenze dell’Icr o dell’Opificio delle Pietre dure, insomma istituzioni ben qualificate. A Narni la salute della statua ha fatto un po’ di opinione, rimanendo il condottiero, il più grande figlio della Città, nonostante qualcuno, e pensare che vi metteranno le mani persone incompetenti non ha fatto piacere.
Intanto è avanzata anche una proposta successiva per la collocazione dell’opera del Donatello una volta operato il restauro, idea molto sensata: realizzare un’opera a fotocopia, sempre in bronzo, coi calchi originali che sembra esistano ancora, e mettere l’originale in un museo. Al suo posto la “fotocopia”, nel punto scelto dallo stesso Condottiero, che aveva scelto, per il pagamento delle sue azioni guerresche, proprio quell’opera, quell’artista e in quel punto.
E qui arriva anche una proposta, per niente strampalata. Ad avanzarla è un consigliere comunale, Sergio Bruschini: “A quel punto si potrebbe anche interessare il Ministero della cultura nel fare non una, ma due copie, del prode Erasmo e donarne una a Narni, che la posizionerebbe in un parco pubblico; sarebbe davvero un importante tributo ad un grande narnese”.
L’idea è stata sottolineata anche dallo storico Roberto Nini, il quale ricorda come, all’indomani della disfatta di Caporetto, si pensò proprio di spostare la statua equestre, quella originale, a Narni, davanti al Palazzo Comunale. E aggiunge: “Sarebbe un richiamo eccezionale, seppur copia. Così le parole di D’Annunzio nella sua ode a Narni sarebbero state profetiche”.