E’ morto l’ex calciatore Paolo Rossi. Aveva 64 anni ed è stato campione del mondo nel 1982, in Spagna con l’Italia di Enzo Bearzot.
A darne notizia la moglie Federica Cappelletti con un post su Instagram in cui a corredo di una bella foto in cui compaiono insieme ha scritto “Per sempre”.
La notizia è stata poi confermata dal vice direttore di Rai Sport Enrico Varriale (Pablito Rossi ha collaborato con Rai Sport) : “ci ha lasciato un indimenticabile che ci ha fatto innamorare tutti in quell’estate dell’82 e che è stato prezioso e competente compagno di lavoro negli ultimi anni”.
Paolo Rossi era nato a Prato il 23 settembre 1956.
Fu anche capocannoniere in quel mondiale dell’82 con 6 reti: 3 al Brasile in una memorabile partita vinta dagli azzurri 3-2. Quella indimenticabile vittoria consentì all’Italia di eliminare nel girone proprio il Brasile di Zico e l’Argentina di Maradona.
Ancora Paolo Rossi mise a segno una doppietta contro la Polonia che valse l’accesso alla finalissima.
E Paolo Rossi mise la firma anche in quella circostanza con un gol. L’Italia battè la Germania 3-1 sotto gli occhi del Presidente Sandro Pertini laureandosi per la terza volta campione del mondo.
Era l’Italia di Paolo Rossi, di Marco Tardelli, di Antonio Cabrini, di Dino Zoff, di Gaetano Scirea, di Claudio Gentile, del polemico silenzio degli azzurri dopo il faticosissimo passaggio del primo turno e dopo il gossip proprio su Paolo Rossi e Antonio Cabrini.
Nel 1979 Paolo Rossi passò al Perugia. L’affare fece molto scalpore. Il bomber azzurro fu ingaggiato da D’Attoma in vista anche della disputa della Coppa Uefa. La prima partita con la maglia del Perugia la giocò a Terni in uno dei pochi derby amichevoli che si ricordino nell’agosto dello stesso anno, al Liberati. Vinse la Ternana 1-0.
In quella stagione 79/80 rimase invischiato nel calcio scommesse, il cosiddetto Totonero, e fu squalificato per 2 anni, rischiando di non giocare più.
Poi in Spagna, in quell’estate indimenticabile del 1982, la resurrezione.
La partita della vita, purtroppo, l’ha vinta un male incurabile.