È terminata questa mattina la protesta nel carcere di Terni dove 55 detenuti si erano rifiutati di rientrare in cella per evidenziare “la grave situazione di sovraffollamento nonché il perdurare della carenza dell’assistenza sanitaria a fronte di patologie importanti e seri”.
Lo hanno fatto dopo avere ottenuto un colloquio con il Garante dei detenuti dell’Umbria Giuseppe Caforio il quale, accompagnato dal comandante della polizia penitenziaria e dall’ispettore del carcere, ha avuto una serie di colloqui con i detenuti delle varie sezioni che avevano organizzato la protesta.
Per il garante la situazione nel carcere di Terni “è particolarmente grave per la forte carenza di personale della polizia penitenziaria e per la abnorme numero di detenuti arrivato oggi a 570, la maggior parte parte dei quali trasferiti dalla Toscana di cui almeno 150 con problemi psichici. Quantunque gli sforzi della direzione del carcere e della polizia penitenziaria abbiano raggiunto livelli sovrumani – ha sottolineato ancora il garante – c’è chi fa 20 ore di servizio continuative e molti dei poliziotti hanno lavorato fino alle due della notte scorsa presentandosi oggi alle 8 al lavoro non è in questo modo che si può continuare a gestire un carcere in Italia. Occorrono interventi strutturali immediati per una decongestione delle carceri soprattutto queste umbre ed interventi nell’area sanitaria di implementazione di medici e infermieri per ristabilire un livello di civiltà accettabile dove il diritto alla salute è incomprimibile e non vi sono giustificazioni che possano in qualche modo legittimare l’attuale incredibile situazione”.
“L’auspicio – sostiene ancora il garante – è che in questa settimana il parlamento possa finalmente dare corso ad un provvedimento che realmente e concretamente sblocchi almeno in parte le situazioni più gravi che si riscontrano nel carcere di Terni consentendo in questo modo il ristabilimento di quell’equilibrio precario e delicato su cui si basa la convivenza carceraria”.
Il garante ha ascoltato decine di detenuti i quali hanno individualmente rappresentato il proprio disagio sia in relazione alle condizioni di sovraffollamento delle singole celle sia per le situazioni sanitarie e individuali con le diverse patologie per i quali da mesi non ricevono assistenza.
Al momento la protesta è rientrata.
E’ stato necessario un intervento anche delle forze speciali. 7 detenuti che sono stati posti in isolamento e dovrebbero essere trasferiti altrove.