Una donna straordinaria, poliedrica, intelligente, capace di ricoprire al meglio i diversi ruoli di moglie, madre, regina, condottiera e legislatrice: tutto questo è stato Eleonora d’Arborea (1347-1403) di cui la professoressa Maria Lucia Tanas ha tracciato la storia nell’incontro culturale del Gruppo Archeologico Dlf intitolato “Eleonora d’Arborea: prima, unica giudicessa della storia. Guerriera incrollabile, indomabile e vittoriosa” tenuto al caffè letterario della biblioteca comunale di Terni. “È una donna che appartiene al XIV secolo – spiega la professoressa Tanas – e grande è stata la sua azione in quanto era un periodo in cui il mondo era declinato esclusivamente al maschile. Per lei non è stato semplice mettersi a capo di un popolo dopo un evento terribile come era stato l’assassinio del fratello, riportarlo praticamente all’ordine non con la guerra, non con le maniere forti, ma semplicemente con la persuasione, con la sua capacità politica e diplomatica di convincere la gente. Eleonora era reggente a nome del figlio Federico che era un bambino quando suo fratello, che era giudice, fu ucciso. La sua fama è legata soprattutto alla carta de Logu che è una vera e propria Costituzione , un corpo di leggi scritte che per chiarezza e per immediatezza non trova eguali nel periodo cui lei appartiene neanche in Europa. È un corpo di leggi in cui veramente trionfa la democrazia, in cui al centro di tutto c’è la persona, quindi il rispetto che si deve alla persona indipendentemente dal censo, dal sesso e dalla nazionalità, sono tutti uguali. Alla legge è sottoposto anche il giudice, cioè il re perché il regno si chiamava giudicato di Arborea e non era così negli altri paesi d’Europa che, invece, erano sottoposti ad un opprimente sistema feudale. Eleonora, donna e prima regina della storia, riesce a far sì che tutti si rendano conto che è necessario conoscere ed ubbidire alle regole se si vuole progredire”. Quindi Eleonora d’Arborea fu una delle prime donne che lottò seriamente per i diritti e l’emancipazione del genere femminile, ma la sua eredità da chi è stata raccolta? “Purtroppo non ha avuto seguaci cioè chi le è succeduto non è stato in grado di conservare quello che lei aveva fatto. Il suo sogno era quello di fare Sarda la Sardegna, cioè una nazione unita con proprie istituzioni. Nel 1420 però gli aragonesi sconfissero gli Arborea e si impadronirono della Sardegna – conclude la professoressa Tanas – e da quel momento in poi 300 anni di feudalesimo oppressivo, di isolamento, di povertà”.