Non ci stanno a passare per inadempienti. E non ci stanno dopo aver speso oltre cinque milioni di euro per far ripartire la fabbrica: la Morex, società a cui fa riferimento l’Elettrocarbonium di Narni, replica alle affermazioni di Fabio Paparelli, assessore regionale, che aveva affermato di aver elargito quasi un milione e mezzo di euro “finalizzati alla realizzazione di alcuni degli investimenti programmati dall’azienda. Invece soldi che non sono mai arrivati, dicono alla Morex, “a causa delle tempistiche non coincidenti tra scadenza del bando e tempo utile ad acquistare ed implementare all’impianto i macchinari necessari”. Insomma, questioni burocratiche.
Lo scoglio è comunque la bonifica: la Sgl Carbon, la quale essendo la proprietaria del terreno, deve rispondere in prima persona e vuole rispondere al livello più basso. Si parla di cementificare le aree dove insistevano gli impianti, che è la soluzione minimale oppure togliere oltre un metro di terra da inviare a discariche specializzate, in modo da rimuovere tutto quello che potrebbe inquinare in futuro. Due operazioni, che, ovviamente non hanno lo stesso costo. D’altra parte nel comunicato si dice che l’Elettro “ha fatto ripartire l’attività riassumendo 65 persone; acquistato la materia prima per evadere i primi ordini del 2016 per un valore di circa 2 milioni di Euro; fatto accordi commerciali sino al 2018; creato le condizioni per avere, entro giugno 2016, l’intera produzione “in house”, ponendo le basi per aumentare l’occupazione; contrattualizzato la costruzione di una centrale a turbogas utile al parziale fabbisogno energetico dello stabilimento; impegnato per la “ripartenza” dello stabilimento circa 5 milioni di euro”. E lascia la domanda in sospeso: “E la Regione? Cosa ha fatto?”. Dovrebbe essere comunque una nuova riunione al Ministero dello Sviluppo Economico a sbloccare qualsiasi divergenza, ammesso che la Sgl Carbon voglia davvero vendere lo stabilimento narnese e non affossarlo per la paura che gli diventi un concorrente in casa, dal momento che esistono problemi grandi nel mondo delle acciaierie. Ed inoltre si aspetta un ruolo più attivo da parte della Sviluppumbria che a Terni e provincia sembra essere sempre defilata, come ha dimostrato sia per il compendio Bosco che per la Piastra Logistica, opere milionarie incompiute. Veri monumento allo spreco.