Riccardo Corridore è un avvocato e vice sindaco di Terni.
1) In breve proposte per lo sviluppo della Regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali
–L’Umbria, con le sue caratteristiche uniche di paesaggio, cultura e tradizione, ha un potenziale significativo per lo sviluppo economico e sociale. Abbastanza arduo risulta, a chi scrive, sintetizzare in poche righe un progetto articolato e complesso che possa realmente rilanciare lo sviluppo della regione. Le proposte in tal senso possono e devono essere orientate verso diversi settori, turismo, agricoltura, industria, energia, cultura, sanità, infrastrutture, sfruttando le peculiarità territoriali e valorizzando il patrimonio locale. Parlando di peculiarità territoriali la prima idea che salta in mente è quella di promuovere e perseguire un turismo sostenibile e culturale, valorizzando il turismo lento e favorendo le nuove forme di turismo alto spendenti. E, quindi, promuovere il turismo sostenibile basato su percorsi di trekking, cicloturismo e cammini spirituali come la Via di Francesco, integrando strutture ricettive ecosostenibili e punti di ristoro locali. Il turismo lento passa necessariamente per la promozione dei borghi e del patrimonio culturale. Il rilancio dei borghi storici può iniziare con iniziative che includano festival culturali, eventi enogastronomici e mostre d’arte, sagre, feste storiche (la Quintana di Foligno, i ceri di Gubbio, la Corsa dell’anello di Narni), valorizzando l’artigianato e le produzioni tipiche. Si possono formulare, ad esempio, itinerari che uniscano la scoperta dei prodotti locali (vino, olio, tartufo, legumi) con visite alle aziende agricole, per un’esperienza autentica e diretta con i produttori. Imprescindibile tutelare e promuovere le produzioni DOP e IGP, potenziare le certificazioni di qualità (come l’olio extravergine DOP Umbria o il pampepato IGP) e incentivare le esportazioni, promuovendo la cultura del cibo umbro all’estero. È una terra così ricca, la nostra, da poter riuscire a trattenere un turista per settimane! In agricoltura si dovrebbe perseguire l’innovazione tecnologica avanzata che consenta di migliorare l’efficienza delle colture, in considerazione delle specificità e criticità dei territori, e la gestione sostenibile delle risorse ed, al contempo, investire e promuovere sulla filiera corta. Per lo sviluppo industriale sarebbe auspicabile incentivare e sostenere la creazione di start-up e incubatori di impresa, creando poli di innovazione in settori come l’agroalimentare, il manifatturiero avanzato, l’artigianato, energie rinnovabili e le tecnologie. Investendo nelle energie rinnovabili, l’Umbria, così ricca di risorse naturali, potrebbe diventare una regione all’avanguardia nella produzione di energia sostenibile. Le tante risorse territoriali, peraltro, vanno tutelate e valorizzate. I nostri boschi, i parchi naturali, i corsi d’acqua, i laghi vanno protetti e riqualificati. In una prospettiva illuminata, che il centro sinistra non è nemmeno in grado di declinare, i rifiuti stessi potrebbero diventare una risorsa con i termovalorizzatori a plasmazione di ultima generazione e le discariche umbre, oramai sature, potrebbero essere bonificate. Per scongiurare la perdita di giovani, sempre più orientati a lasciare la regione, va potenziata l’offerta formativa legata ai mestieri tradizionali e alle nuove tecnologie, creando corsi professionali per mestieri legati all’artigianato, patrimonio da non disperdere, all’agricoltura e al turismo, insieme a percorsi formativi in ambito tecnologico e digitale. Con l’Università degli Studi di Perugia e altri istituti si dovrebbe collaborare per sviluppare progetti di ricerca in ambito agroalimentare, ambientale e tecnologico. È necessario creare competenze specifiche per i giovani, anche attraverso istituti di formazione professionale, perché possano trovare una collocazione lavorativa e non essere costretti a migrare altrove. Lo sviluppo di un territorio è anche strettamente connesso alla riduzione dell’isolamento del territorio stesso. E, pertanto, sono indispensabili e necessarie le infrastrutture che garantiscano e favoriscano mobilità e trasporto. L’aeroporto dell’Umbria va sicuramente potenziato affinché possa arrivare alla soglia del milione di passeggeri ma vanno necessariamente implementati i collegamenti ferroviari, con particolare riguardo alla alta velocità ed anche alla rete interna, come la centrale umbra che potrebbe diventare la metropolitana di superficie dell’intera regione. Lo stato delle strade, penso in particolare alla e 45 che è la nostra autostrada, va migliorato, i cantieri ed i rallentamenti non possono essere perenni. Bene le grandi infrastrutture che consentano di raggiungere la nostra regione quanto più agevolmente e velocemente possibile (nodo di Perugia, tre valli…). Per ultimo ma non da ultimo per importanza, lo sviluppo della regione passa anche dal rafforzamento della sanità territoriale. Non è un argomento campanilistico ma il nuovo ospedale di Terni, che sarà la nostra priorità non appena giunti in Regione, e per il quale sono già stati reperiti dalla Presidente Tesei i fondi pubblici, potrà garantire non solo il diritto alla salute di tutti i cittadini ternani e della provincia di Terni ma sarà anche polo di attrazione, come era un tempo, di turismo sanitario dalle province limitrofe. La realizzazione, ormai certa, dell’ospedale di Narni e Amelia, che per decenni la sinistra ha soltanto proposto in campagna elettorale, sarà un tassello importante per la costruzione, insieme al nuovo ospedale di Terni, di un sistema sanitario regionale completo e funzionale che consenta ai cittadini umbri, tutti di poter accedere alle cure, anche di alta specializzazione, nella propria regione senza bisogno di migrare altrove.
–Il “Piano regionale per la non autosufficienza” dell’Umbria ha l’obiettivo di garantire assistenza e supporto alle persone non autosufficienti, come anziani e disabili, attraverso una rete integrata di servizi sociosanitari. La Regione Umbria, in linea con le normative nazionali, elabora il proprio piano tenendo conto delle esigenze specifiche del territorio e delle risorse disponibili. Le priorità riguardano il potenziamento dell’assistenza domiciliare, il supporto alla domiciliarità e la de-ospedalizzazione, cercando di evitare il più possibile il ricovero in strutture e promuovendo la permanenza delle persone nel proprio ambiente domestico. Il piano che è finanziato attraverso il Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, integrato con fondi regionali e comunali, dovrà cominciare a prevedere la possibilità di introdurre l’assegno per le famiglie con disabilità da distribuire tenendo conto della gravità della disabilità e degli indicatori di reddito familiare.