Prima fascisti , poi comunisti, quindi leghisti. Questi ternani non finiscono mai di stupire.
Da roccaforte rossa-rossissima a roccaforte verde-verdissima. La mutazione politico-sociale è completata.
La Lega di Salvini, infatti, viaggia ormai a percentuali che sono quelle che un tempo, fino agli anni 80, raggiungeva il Partito Comunista. E cresce elezione dopo elezione. A maggio, alle europee, aveva ottenuto un importante 37,5% , primato che è stato polverizzato ieri con un quasi 41% inimmaginabile fino a un anno e mezzo fa. Penso che anche il più sfegatato degli elettori della Lega non avrebbe immaginato una crescita così impetuosa.
Con una Lega così forte a tutti gli altri non resta che stare a guardare. Ma sono ben diverse le situazioni.
Fratelli d’Italia sfiora il 10% e doppia (e pure di più) Forza Italia precipitata a poco più del 4%. Entrambi fanno parte di una coalizione vincente, anche se sempre di più sbilanciata verso la Lega.
A piangere sono solo gli altri. Il Partito Democratico va indietro rispetto alle Europee. A viale Mazzini non si sono più ripresi dalla sconfitta di Palazzo Spada. Il partito, praticamente, non esiste. Non esiste una classe dirigente riconosciuta se si eccettua Fabio Paparelli che in questi mesi ha ricoperto anche la carica di governatore.
Anche il Movimento 5 stelle va indietro rispetto alle Europee, tradito probabilmente da quell’elettorato che lo ha votato come forza antisistema che vede oggi in Salvini l’unica persona in grado di cambiarlo davvero il sistema.
Le formazioni di sinistra-sinistra sono allo 0 virgola. Partito Comunista, Partito Comunista italiano e Potere al Popolo non raggiungono, infatti, l’1%.