Lo aveva promesso e lo ha fatto. da ieri pomeriggio alle ore 15 Emanuele Fiorini ha occupato l’aula di Palazzo Spada che ospita le sedute del consiglio comunale. Anche se questo è vero in parte. Perché, curiosamente, Fiorini non poteva accendere le luci dell’aula e quindi ha trascorso la notte nella sala della maggioranza dove poteva accendere un faretto, quello gli era consentito. Ed essendo lui, a quel punto, il responsabile di quanto accadeva a Palazzo è stato anche sveglio a fare una sorta di guardiano. Insomma una condizione non facile della quale avrebbe fatto volentieri a meno. Ma la parola data vale più di tutto. Fiorini, sabato sera, aveva annunciato che se non aveva risposte dal sindaco avrebbe occupato. Le risposte non sono arrivate, lui ha occupato.
Il sindaco Latini, intanto è andato in ferie per qualche giorno.
“Beato lui” , commenta Fiorini con una punta di delusione e amarezza, ragiona infatti che se Latini è lì dove è oggi lo deve molto al lavoro che negli anni lui ha fatto. “Io ho gettato il seme e i frutti…..” i frutti li godono gli altri.
Anche per questo chiede “rispetto”. “Non si governa in questo modo, per il bene della città ci vuole il confronto, non solo con me ma anche con tutte le altre forze che lo hanno appoggiato e che lo appoggiano, Forza Italia, Fratelli d’Italia, la lista Civica”.
تم النشر بواسطة Terni in Rete في الاثنين، ١٢ أغسطس ٢٠١٩
TERNI AI TERNANI.
Fedele a uno slogan della Lega, parafrasandolo, Fiorini dice, “Terni deve essere dei ternani” E qui l’allusione è il vero nodo politico. Secondo Fiorini, infatti, le decisioni non vengono prese dai dirigenti locali bensì dalla commissaria, “è da capire qui chi comanda – dice – non può venire una da fuori e dire cosa bisogna fare. Terni deve rimanere ai ternani. Non conosce il territorio, non conosce le situazioni, non esiste.” Tra l’altro, secondo Fiorini è colpa della Saltamartini se alcuni consiglieri hanno abbandonato la Lega: “è meglio che fa le valigie e riprende la strada di casa”.
Ma il sindaco Latini – come sappiamo – la difende: “se non è capace di fare il sindaco – afferma Fiorini – se non ha gli attributi e gli serve l’appoggio di un’altra persona, faccia le sue valutazioni, invece di continuare ad amministrare.”
E qui si apre un fronte delicato. I “rivoltosi” quanti sono: sicuramente 4 (Fiorini, Leonelli, Pincardini, Rossi) quasi sicuramente 5 (la D’Acunzo). Se fossero 5 sarebbero in grado condizionare pesantemente il cammino della giunta. E Fiorini scandisce, rivolto al sindaco, “serve buon senso, se non ce l’ha, facesse i conti, serve buon senso – ribadisce – altrimenti se ne pagano le conseguenze”.
Ribadisce che a lui non serve nulla e che non gli occorrono poltrone, quello che sta facendo lo sta facendo per il bene della città e per rispetto dei suoi elettori.
Secondo Fiorini, comunque, basterebbe un gesto di buona volontà da parte del sindaco: “basterebbe una telefonata, la convocazione della riunione della maggioranza, che ci incontri”, per sbloccare la situazione.