“La protesta che stanno mettendo in atto i detenuti di otto sezioni detentive del carcere di Rieti è l’ennesima riprova del fallimento del sistema del regime aperto”.
È questo l’amaro commento del Presidente Unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) Giuseppe Moretti alle notizie che giungono dal carcere reatino dove “il personale è impegnato da ieri pomeriggio per cercare di ripristinare l’ordine e la sicurezza a fronte di detenuti che rifiutano di far rientro nelle camere detentive per motivi legati al sovraffollamento, alla richiesta di indulto e a problematiche con l’area sanitaria e con la magistratura di sorveglianza”.
Per Moretti “poiché la protesta sta mettendo in difficoltà tutto il funzionamento della struttura occorrono provvedimenti che permettano il ripristinino delle condizioni di sicurezza e consentano al poco personale ivi in servizio di riprendere in mano la situazione. Singolare infatti che dopo tutto questo tempo la situazione non si normalizzi”.
La Conferenza delle Regioni nella seduta di questa mattina ha preso in esame un’informativa sull’emergenza nazionale carceri, nella quale, tra l’altro sono ampiamente contemplate le problematiche già rappresentate sui competenti tavoli nazionali dalla Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che – da oltre un anno – ha avviato un’interlocuzione con il Ministero della Giustizia, anche attraverso il sottosegretario con delega al trattamento dei detenuti, Andrea Ostellari.
Nel corso dell’incontro la presidente Tesei ha evidenziato alcune questioni prioritarie che richiedono un’imminente soluzione, con particolare attenzione a quelle legate all’assistenza sanitaria dei detenuti, che hanno portato già dagli esercizi precedenti la Regione a chiedere un riparto del Fondo Nazionale Sanitario che tenga in debito conto il rapporto che vi è in Umbria tra carceri e dimensione della regione.
Queste le principali criticità evidenziate:
1)la difficoltà di garantire l’assistenza sanitaria dei detenuti nelle carceri anche per carenza di medici.
2) E’ stato rappresentato anche che, ad oggi, 400 autori di reati affetti da disturbi mentali sono liberi in attesa di trovare un posto all’interno delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS).
In proposito, in attesa della realizzazione della Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) , la Regione Umbria, la Corte d’appello e la Procura generale, le Usl 1 e 2 e le aziende ospedaliere di Terni e Perugia, hanno siglato un protocollo d’intesa proprio per la gestione di questi casi presso strutture intermedie.
3) Altra questione rappresentata è quella relativa alla gestione dei detenuti dipendenti da sostanze ospitati in comunità che oltre a un costo aggiuntivo per il sistema sanitario, necessitano di essere seguiti da personale dei servizi dipendenze patologiche delle Asl, il cui numero è carente. In merito a questo punto è stato attivato un tavolo nazionale.
Relativamente ai costi di gestione dei detenuti sul fronte sanitario la Regione Umbria al Tavolo tecnico per la revisione dei criteri di riparto sanitario, ha presentato delle proposte che tengono conto dell’incidenza dei costi legati ai detenuti sul sistema sanitario regionale in particolare per le piccole regioni. E’ il caso appunto dell’Umbria che, pur essendo una piccola regione, ospita un numero considerevole di detenuti ristretti nelle carceri di Terni e Spoleto con il 41 bis.
Una questione spinosa quella dei costi soprattutto se si tiene conto alla Regione Umbria nel riparto del Fondo sanitario vengono destinati 3,5 milioni di euro: la stessa cifra da anni.
Scheda: In Umbria sono presenti 4 Strutture detentive:
* Perugia Capanne – Casa circondariale con capienza di 363, presenti 472 (dati sito Ministero della Giustizia aggiornati al 17.6.2024): sono presenti due reparti detentivi maschili: penale e circondariale destinati alla custodia esclusiva di detenuti della media sicurezza. Presente un reparto femminile e un reparto semiliberi.
* Terni Sabbione – Casa di reclusione con capienza di 422, presenti 533 (dati sito Ministero della Giustizia aggiornati al 17.6.2024)., ad oggi sarebbero diventati 570: la struttura è composta da 6 sezioni maschili per detenuti appartenenti al circuito Alta sicurezza 3, 1 sezione destinata a detenuti sottoposti a regimi particolari, 1 sezione destinata ai semiliberi, 1 sezione accoglie donne arrestate
* Spoleto – Casa di reclusione con capienza di 456, presenti 443 (dati sito Ministero della Giustizia aggiornati al 17.6.2024): rispetto alla tipologia dei vari circuiti detentivi attualmente esiste un esubero di detenuti afferenti al circuito dei comuni a discapito degli AS 3 (alta sicurezza).
* Orvieto – Casa di reclusione con capienza di 98, presenti 116 (dati sito Ministero della Giustizia aggiornati al 17.6.2024): con decreto del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del 16 luglio 2014 la Casa di reclusione è stata trasformata in istituto a custodia attenuata.