Critico intervento dei dipendenti ex Novelli, in cassaintegrazione all’indomani dell’incontro di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico, presente la proprietà.
Secondo questi lavoratori, “ieri al Mise è andata in scena una farsa medioevale ricca di omissioni. Si è festeggiato un anno di buona gestione della famiglia Greco. Quasi che i presenti non sapessero che ci fosse un FALLIMENTO.
E chi pagherà per questo fallimento? Purtroppo a pagare la tariffa più alta in questo caso sono dipendenti e fornitori. Non chi ha amministrato l’azienda.
I Greco non pagano, i Greco non sono allontanati dall’azienda fallita, sono quasi ringraziati per rendersi disponibili a restituire le aziende che hanno intestato impropriamente a loro stessi. Come in tutti gli incontri pubblici i Greco fanno solo promesse.”
“Siamo al paradosso – aggiungono – infatti i Greco rimarranno a collaborare con i curatori fallimentari, perché “conoscono” l’azienda.
Ma che collaborazione può offrire chi ha causato solo inefficienza? Quale contributo può dare alla causa della ex Novelli chi ha fallito, tagliando sul personale e investendo in un anno un solo euro?
A questo punto è lecito porsi una domanda, ma allora era tutto da copione? Tutto in puro stile predatorio: acquistare ad un euro, far fallire tutto per avere i debiti azzerati, poi riacquistare il tutto a quattro soldi.
Ma il governo, le istituzioni non si rendono conto di quanto è accaduto in un anno?
Non si rendono conto che agli occhi dell’opinione pubblica appaiono complici di questo fallimento.
Insomma basta!! Chi ha fallito deve andarsene. Chi ha impropriamente sottratto beni/aziende se ha infranto la legge va denunciato!
Bisogna garantire la libera concorrenza, se ci sono altri soggetti interessati alla ex Novelli devono essere presi subito in considerazione!”
“Nessuno al Mise ieri ha ricordato che in un anno sono stati allontanati in malo modo dall’azienda centinaia di persone.
Si sosterrà che era tutto previsto in un accordo sindacale ma, aggiungiamo noi, dettato in realtà dalla famiglia Greco sotto minaccia di riconsegnare le chiavi dell’azienda e andarsene via.
Bene, e come mai allora non le riconsegnano oggi le chiavi dell’azienda?
Nessuno al Mise ieri – concludono i lavoratorti din cassa integrazione – ha ricordato le diffide sindacali, e più precisamente che i Greco, nella scelta del personale da mettere in CIGS a zero ore, hanno adottato come criterio di selezione quello dell’adesione ad uno sciopero sindacale. I 35 impiegati, che pubblicamente denunciarono la mala condotta aziendale, furano accusati da Saverio Greco di volere il fallimento dell’azienda.
Ecco il rischio più grande di questo fallimento, l’indifferenza. L’indifferenza di fronte a comportamenti mai tollerabili in un paese civile che lo spingono pericolosamente nel baratro della regressione sociale, ledendo senza alcun pudore i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.
Confidiamo nell’ operato dei curatori che certamente opereranno al meglio per salvaguardare l’azienda e quindi l’occupazione. Noi, da parte nostra, continueremo a lottare fino allo stremo per la salvaguardia del nostro posto di lavoro e di quello di tutti i nostri colleghi perché noi questa azienda la amiamo e dopo 20-30anni di lavoro ce la sentiamo anche un po’ nostra.”