«Ho voluto richiamare l’attenzione su tante vittime innocenti: tutti possiamo fare qualcosa contro l’ipocrisia e l’indifferenza, sostenendo le organizzazioni umanitarie e partecipando a raccolte fondi».
Così Fabio Matteucci spiega il significato della sua opera Una madre di Gaza nell’intervista in esclusiva a Maria con te, settimanale mariano del Gruppo Editoriale San Paolo, che dedica la copertina proprio al lavoro del disegnatore umbro, realizzato solo con una penna Bic nera, accostandolo a una foto reale di una mamma palestinese che stringe il proprio figlio tra le macerie.
«Mi sono ispirato alla Madonna del Gonfalone di Stroncone, nel Ternano, dove mi trovavo quest’estate per un’esposizione – aggiunge Matteucci – Quell’effigie è ricca di orpelli: le aureole, il trono, il baldacchino… Così ho cancellato tutto il ‘superfluo’ e, al posto dei volti sereni di Maria e Gesù, ho raffigurato la tristezza di una madre palestinese e del suo piccolo. Inoltre, il Bambino, al posto del Vangelo, tiene in mano un quaderno, simbolo della scuola negata ai ragazzi della Striscia. Perché ho scelto questo titolo? Solo la Vergine, che è Madre di tutti noi e ha patito il dolore per la perdita del Figlio, può comprendere appieno la sofferenza di quelle donne».
Un lavoro che ha colpito molto l’intera comunità di Stroncone, che si prepara ad accogliere questo dono dell’artista.
«Nell’abbraccio di Una madre di Gaza – spiega il parroco, don Luca Andreani – c’è una sfida potente e provocatoria, capace di denunciare e smascherare la malvagità di tanti illusi potenti. Una sfida a non mollare l’amato e l’amore, una denuncia della sconfitta di chi si crede vincente davanti alle sue vittime».
Parole condivise anche dall’assessore alla cultura, Annalisa Spezzi: «È molto più di un semplice disegno: rappresenta un ponte tra passato e presente che parla con urgenza al nostro tempo. L’uso della sola penna Bic è un modo per mettere in risalto la pura e cruda umanità. Questa reinterpretazione della Madonna del Gonfalone ci invita a riflettere sul significato della maternità e della sofferenza ed è un onore per il nostro Comune poterla custodire. Siamo certi che toccherà i cuori di chiunque la osserverà».