Il lago di Piediluco sta sostanzialmente bene. Si può riassumere così il monitoraggio effettuato dai tecnici di “Goletta dei laghi“ la campagna di Legambiente per monitorare la qualità delle acque, degli ecosistemi e dei territori lacustri. In particolar modo sono stati analizzati presenze di microplastiche ed inquinamento microbiologico. A Piediluco l’ingresso del Velino, il braccio Ponticelli e la foce del rio Fruscello non hanno fatto registrare problemi.
Durante l’incontro pubblico “Buone e cattive acque: lo stato di salute del Lago di Piediluco”, per la presentazione dei dati raccolto dall’associazione ambientalista, Gianni Di Mattia del circolo Verde Nera ha evidenziato come sia “importante contenere l’eutrofizzazione del lago, riducendo quindi la quantità di sostanze organiche provenienti principalmente dall’industria agricola e dalla troticoltura. Vanno inoltre monitorati e mitigati gli effetti dell’escursione del livello del lago – prosegue Di Mattia – che dipendendo dalla sua natura di bacino idroelettrico e che possono causare smottamenti e minare la stabilità del centro abitato di Piediluco.”
Esiste dal 2007 il piano Stralcio, una serie di provvedimenti rivolti prevalentemente ad orientare l’azione degli enti territoriali del bacino. Il progetto prevede la collaborazione tra due regioni per affrontare il problema di eutrofizzazione del lago, ma il piano, di fatto, non è mai partito.
“Il nostro Paese produce una quota importante del suo fabbisogno attraverso impianti idroelettrici come quello del Lago di Piediluco – ha commentato Edoardo Zanchini, vice presidente nazionale di Legambiente – che in una prospettiva di cambiamenti climatici e di difficile gestione della risorsa acqua hanno bisogno di maggiori attenzioni e di una attenta gestione sostenibile. La scelta di ERG (che gestisce dal 2015 il Nucleo idroelettrico di Terni del quale fa parte il lago di Piediluco) di abbandonare le fossili, va nella giusta direzione – continua Zanchini – garantendo anche al territorio della provincia di Terni, dalla vocazione fortemente industriale, un impatto sostenibile, avviando così una nuova stagione per l’economia locale e per la convivenza tra i cittadini e l’industria energetica. Ora la sfida sta nel fare del lago di Piediluco – conclude Zanchini – un laboratorio di rilevanza nazionale per una corretta gestione del bacino lacustre, in modo da garantire una produzione energetica rinnovabile ma al contempo una corretta gestione della risorsa acqua, con interventi di pulizia dei fondali e di lotta all’inquinamento, di fruizione turistica condivisi con le comunità del territorio”.