Sulla vicenda di Farmacia Terni, la partecipata del Comune che , forse si vende, forse no, interviene Roberto Carelli, presidente del comitato civico pro Teatro Verdi e dell’associazione culturale Fare per te-FaRe per Terni.
Secondo Carelli “una analisi dei singoli punti vendita permetterebbe una valutazione più congrua e tempestiva delle azioni da mettere in campo nel prossimo piano industriale”.
“Un gruppo di queste – scrive Carelli – risulta molto redditivo e realizza il 72% del fatturato (Comunale 1, Comunale 4, Comunale 6, Ospedale 1, Parafarmacia)”.
“La situazione è complessa – aggiunge ancora Carelli – ma quando sarà approvato il Bilancio 2017, sarà ratificato un positivo di 150 mila euro” pertanto “riteniamo utile e opportuno lasciare l’attuale Amministratore Unico al suo posto, se ha bene operato”.
Carelli suggerisce anche di contattare FARMACRIMI “che sta attuando una imponente politica di acquisizioni in tutta l’Italia centrale e che potrebbe avere interesse ad entrare nel mercato ternano”.
L’INTERVENTO DI ROBERTO CARELLI
I quotidiani hanno riportato nei giorni scorsi la notizia che il Fondo Falchi, relativo alla società in housing FarmaciaTerni Srl (FT) altro non sarebbe che un Conto Corrente Bancario. Sempre sul tema recentemente hanno anche tenuto banco il rigetto del ricorso inoltrato al TAR dalla CGIL e lo scontro al calor bianco tra l’Assessore al Bilancio e Partecipate, Dott. Fabrizio Dominici, con l’Amministratore Unico di FT, Dott. Fausto Sciamanna. Quest’ultimo nominato quando ancora era in carica la seconda giunta Di Girolamo.
Tra le prime dichiarazioni rese dall’Assessore Dominici, si era parlato di “cessione temporanea” di quote di FT e si poneva come limite massimo per qualunque operazione, quello del prossimo 26 settembre.
L’espressione “cessione temporanea” ci sembra un “ossimoro concettuale”. E’ evidente che la cessione di quote (ancorché mantenendo la proprietà di una quota di minoranza e la titolarità delle sedi farmaceutiche (9) e parafarmaceutiche (1)), per definizione, cambia l’assetto proprietario a meno che non si proceda successivamente al riacquisto delle stesse. Inoltre è noto che il piano di rientro dei debiti riconosciuti dalla amministrazione (14,5 milioni di euro circa) è già stato conseguito, sulla carta, dall’Organo Straordinario di Liquidazione (OSL) che ha aumentato la tassazione per un ammontare annuo di circa 3,6 milioni di euro (18 milioni complessivi al termine dei 5 anni). Rimane da stabilire l’ammontare esatto dei debiti fuori bilancio (stimati in oltre 54 milioni di euro) nei confronti dei quali l’OSL ha già scritto ai presunti creditori al fine di ottenere una quantificazione precisa. Quindi contestiamo la necessità impellente e la fretta di “fare cassa” addotta da questa amministrazione per giustificare la vendita di FT. Consideriamo invece tale Azienda un importante asset della città di Terni e, come tale, che non vada ceduta, se non in parte. Mi spiego meglio.
Dal momento che qualsiasi Atto o Delibera può essere revocato in autotutela da questa amministrazione e prima della scadenza indicata, desidero contribuire alla discussione su FT partendo dal presupposto che gli asset comunali dovrebbero essere gestiti in modo che il loro valore venga aumentato, che il fatturato venga incrementato, così come i ricavi e conseguire, così facendo, un introito per le esangui casse comunali, mantenendo, nel contempo, gli attuali livelli occupazionali.
Per fare questo è opportuno tenere nella giusta considerazione la relazione di stima del valore economico di FT, commissionata alla Riunione Temporanea di Imprese (RTI) Bonini-Sirocchi, recante data del 14 luglio 2017. Dalla lettura di tale relazione si evince che FT ha una struttura analoga ad altre società aventi stesso oggetto sociale (ad esempio quella che gestisce un numero analogo di farmacie a Cinisello Balsamo) e che quindi possono essere prese a modello per alcune deduzioni. Diversa l’esperienza maturata dall’Assessore Dominici in città come Arezzo, la cui società partecipata analoga ad FT è strutturata in modo diverso ed è inserita in un territorio con un tessuto socio-economico completamente diverso da quello ternano.
La realtà ternana consta di 9 farmacie e di 1 parafarmacia. Un gruppo di queste risulta molto redditivo e realizza il 72% del fatturato (Comunale 1, Comunale 4, Comunale 6, Ospedale 1, Parafarmacia). Di questa parte “sana” della società l’amministrazione comunale dovrebbe mantenere la completa proprietà e cercare di implementare i servizi (consegna farmaci a domicilio, robotizzazione della erogazione dei farmaci, telemedicina, infermieri in farmacia) puntando sui prodotti “che tirano” come gli integratori, i dispositivi per la protezione degli apparati, la fitoterapia e la veterinaria.
Per il gruppo di farmacie che risultano obsolete (Comunale 2, Ospedale 2), mal collocate e con fatturato in decrescita (14%del fatturato aziendale), si propone di prendere in considerazione una modifica della zonizzazione (rispettando il numero totale di 34 farmacie totali sul territorio cittadino, ovvero 1 ogni 3.300 abitanti comprese le 5 di nuova apertura previste) unitamente ad un loro restyling oppure la vendita (la Comunale 2 viene considerata irrecuperabile). In questo senso la legislazione attuale permette l’ingresso in società partecipate pubbliche di investitori di capitale puri. Con spirito bipartisan chiediamo che si contatti FarmaCrimi che sta attuando una imponente politica di acquisizioni in tutta l’Italia centrale e che potrebbe avere interesse ad entrare nel mercato ternano.
Infine per il gruppo di farmacie che sono da considerarsi di mero supporto sociale (Comunale 3, Comunale 5, Falchi – 14% del fatturato aziendale), valgono le stesse considerazioni espresse per il secondo gruppo. L’obiettivo da perseguire, per la “parte povera dell’azienda” è per lo meno il pareggio di bilancio tra ricavi e spese, modificando la gestione di FT. Attualmente infatti tutte le unità produttive vengono considerate come una sola ma una gestione ed una analisi dei singoli punti vendita permetterebbe una valutazione più congrua e tempestiva delle azioni da mettere in campo nel prossimo piano industriale. Una considerazione a parte va infine spesa per la Farmacia Falchi, legata ad un lascito testamentario di Stanislao Falchi, che risale al 1923. In ragione di tale lascito, il capitale ed i frutti che da esso dovessero derivare sono vincolati (per volontà del Falchi stesso), al loro utilizzo per opere di beneficienza ed assistenza sociale, il cui controllo attualmente dovrebbe cadere teoricamente nelle more della Regione.
La situazione è complessa ma quando sarà approvato il bilancio per l’anno 2017 di FT (cosa ancora non avvenuta a quanto ci risulta) e se sarà ratificato un positivo di circa 150.000 euro rispetto alla gestione 2016 che ha mostrato un passivo, riteniamo utile e opportuno lasciare l’attuale Amministratore Unico al suo posto, se ha bene operato, a prescindere dalla appartenenza politica esattamente come per l’Ing. Paolo Ricci in ASM. Semmai bisogna prendere in considerazione una eventuale modifica del contratto di servizio tra FT e Comune di Terni che appare, allo stato, troppo oneroso per FT.
Da ultimo, una considerazione sulla realtà delle farmacie private a Terni. E’ noto che esse hanno investito sui servizi al cittadino, in particolare “offrendo” spazi ai Medici di Medicina Generale nelle vicinanze o adiacenze della farmacia, che a volte risulta anche proprietaria delle mura utilizzate dai Medici. Quella che considero una intelligente sinergia va perseguita anche per FT, anche se tale azienda partecipata nasce con una funzione sociale, di servizio e con l’intento di calmierare i prezzi. Intanto bisogna analizzare se tali obiettivi sono stati conseguiti ed eventualmente agire in tal senso, tenendo conto che comunque FT opera in un mercato con caratteristiche peculiari. Emblematico il caso della Farmacia Rotondi di Piazza Adriatico che nelle vicinanze/adiacenze annovera tre studi di medicina di gruppo (nei quali operano in totale circa 20 Medici di Base), uno studio Odontoiatrico e vari altri studi di Medicina di Base monoprofessionali all’interno del quartiere Città Giardino. Se da un punto di vista puramente teorico si poteva ravvisare un conflitto di interessi nel fatto che Leopoldo Di Girolamo fosse, nel contempo, contitolare di una di questi studi di Medicina Generale e Sindaco di Terni (e quindi Responsabile di FT), oggi che questa condizione è venuta meno, riteniamo che FT dovrebbe cercare di battere la concorrenza sullo stesso campo. In alternativa si può pensare di coinvolgere la proprietà di Farmacia Rotondi nel futuro piano industriale di FT in modo da riequilibrare il mercato del farmaco a Terni.