Anche a livello locale la massoneria scende in campo contro Movimento 5 Stelle e Lega, accusati di discriminare i “muratori” poiché , fra le clausole del contratto di governo siglato dai due partiti, vi è il divieto di far parte del governo a chi è iscritto a una loggia massonica.
A Terni, Federico Salvati, esponente storico del centro destra, prima del CCD, poi dell’UDC , quindi del PDL, è uno dei massoni più noti. E’ iscritto alla massoneria da oltre 30 anni e quanto contenuto nel contratto di governo giallo-verde lo critica e ne chiede conto al candidato sindaco di centro destra, Leonardo Latini. “Chiarisca – scrive Salvati – se il diktat nazionale vale anche per l’impegno civico cittadino visto che si chiedono i consensi ai massoni o a chi ne ha grande stima.”
LA LETTERA DI FEDERICO SALVATI
La discriminazione dei valori della Massoneria che è contenuta nel contratto firmato a livello nazionale dalla Lega e dai Cinque Stelle è grave e non può che avere ripercussioni a tutti i livelli, compreso Terni. Che due forze populiste, guidate con metodi autoritari, una da uno studio associato e l’altra da una segreteria che deve ancora chiarire non solo all’opinione pubblica tante vicende patrimoniali e di relazioni internazionali, si scaglino contro chi ha saputo dare molto al Paese in termini di unità, libertà, democrazia, non desta stupore.
La persecuzione dei valori della Massoneria nella storia italiana ha costituito sempre e comunque un atto di autoritarismo e ha preceduto l’arrivo di regimi antilibertari, come quello Fascista.
A Terni occorre chiarezza.
Come persona che nella sua vita si è sempre impegnata in maniera disinteressata nella politica cittadina, portando avanti una lunga battaglia di opposizione ai governi di sistema della sinistra, riconoscendosi in un centro destra libertario, non posso dare il sostegno a un candidato a sindaco che è stato individuato con una imposizione salviniana, con un autentico e proprio blitz, che non ha avuto rispetto delle forze della coalizione. Invito piuttosto a sostenere quei candidati delle forze politiche come Forza Italia e le liste civiche di centro destra che si fondano sulla moderazione, sulla condivisione dei programmi, sulla partecipazione cittadina. Candidati che hanno da sempre interpretato i valori della democrazia, della opposizione ai regimi autoritari, della difesa dei perseguitati per razza e opinione.
Occorre chiarezza sul fatto se il diktat nazionale sulla impossibilità per chi si rifà ai valori della Massoneria di servire il Paese, sia valido anche per l’impegno civico cittadino. Sarebbe un ulteriore abuso, una ulteriore violazione della Costituzione e delle leggi democratiche del Paese. Il candidato sindaco Latini chiarisca comunque questo aspetto, in quanto non si può chiedere il consenso ai ternani che sono direttamente impegnati nei valori della Massoneria o che di questi ne hanno grande stima e rispetto, senza dissociarsi esplicitamente da un contratto di governo che impone incompatibilità pretestuose e pericolose, che lanciano una nuova ondata di discriminazione nei confronti di chi ha dato molto alla vita di questo Paese, di questa Regione e di questa Città. La Terni del lavoro, dell’impresa, del commercio, delle professioni, della difesa della fratellanza e della tolleranza, passa anche attraverso il contributo di tanti amici che hanno profuso impegno civico ed iniziative economiche che hanno generato sviluppo ed occupazione.
E ancora il candidato sindaco Latini chiarisca qualora fosse eletto un consigliere che si riconosce nei grandi ed universali valori della Massoneria se costui sarebbe oggetto di veto e di discriminazione e pregiudiziale esclusione dalla vita democratica e dal governo della città.
Il cambio dei governi di sistema della sinistra non può iniziare che dalla chiarezza: reticenze, ambiguità, opportunismi non sarebbero altro che, seppur con colori diversi, la prosecuzione dei governi cittadini che tanti danni hanno prodotto.