Una bellissima festa di fine anno scolastico. L’emozionante saluto a quelli più grandicelli da parte di coloro che ancora restano e una bellissima lettera, quella scritta dai docenti per celebrare una “scuola che funziona”.
Un turbinio di sentimenti che coinvolge i giovani alunni, i loro genitori e i loro insegnanti.
QUESTA LA LETTERA DEI DOCENTI DELLA DIREZIONE DIDATTICA “ALDO MORO”
Una scuola che “funziona” è come una famiglia che fa squadra: una grande scuola che funziona è come una grande famiglia che vince un campionato. Alla fine di ogni anno noi docenti ci sentiamo un po’ così, come i vincitori di un’appassionante gara che si ripete: una corsa piena di entusiasmo, fantasia, impegno, fatica, segnata da traguardi che poi ognuno si porterà dentro, disseminata di istantanee che ne fanno la storia e ne allestiscono un album coloratissimo, una sfida -con noi stessi e con la realtà che ci circonda- consueta ma sempre nuova, ricca di stimoli ed illuminata da tanta voglia di futuro. Una gara che si concretizza nel saggio finale di Motoria, in cui si dimostrano abilità e competenze maturate durante le attività curricolari seguite dagli esperti, durante il quale lo sport è motivo di divertimento e partecipazione, perché -a dirla coi piccoli atleti – “Anche se vincono gli altri, l’importante è stare bene insieme”. Ma il momento culminante, in cui il quadro delle emozioni e dei sentimenti che intessono la nostra storia scolastica è ben rappresentato, è il colpo d’occhio che offre il cortile della Battisti il giorno della Festa della Scuola: una folla di bambini che si avvicendano nelle esibizioni offerte come saluto alle quinte, gli alunni dell’ultimo anno che accolgono con gioia e qualche lacrima le dediche dei compagni, l’omaggio di chi navigherà verso nuovi lidi lasciando qui un pezzetto di cuore, la siepe palpitante dei genitori che assistono alla vibrazione inclusiva che abbraccia i loro figli, gli interventi appassionati e commossi delle maestre che hanno accompagnato per mano i pulcini di prima elementare fino al traguardo della quinta per poi lasciarle, quelle mani, augurando a tutti un amorevole “Buon viaggio”. Al termine della manifestazione è ormai tradizione consolidata sciogliere dei palloncini colorati per lasciarli volare via: anche quest’anno il saluto conclusivo è stato quel “CIAO!” legato al filo che si perdeva tra le nubi, mentre tutti -a naso in su- ci sentivamo in qualche modo capaci di volare con le ali che spuntano insegnando, imparando, crescendo. Capita spesso che ci chiedano come sia possibile organizzare eventi così impegnativi e partecipati: siamo in molti e le risorse messe in gioco sono davvero notevoli. La risposta è semplice: in una famiglia ognuno dà il suo contributo e ci mette il cuore. Dietro a feste tanto riuscite, gioiose e significative in ogni loro aspetto, ci sono grande professionalità, infinita passione, un forte senso di appartenenza e la ferma convinzione di operare tutti per un nobile fine comune, che va celebrato a dovere: spingere sulle rive del mondo la magnifica onda dei cittadini del futuro.