“A luglio del 2023 sono stato tra i primi sindaci d’Italia a registrare la nascita di un bimbo che aveva due mamme, una quella biologica e l’altra intenzionale come viene definita.
Si è trattata di una splendida giornata dove ho avuto il piacere di conoscere una coppia di persone perbene, mosse dall’amore verso il loro figlio.
Come sindaco mi sono assunto una responsabilità importante perché allora le interpretazioni sulla normativa andavano nella direzione che un figlio di due genitori dello stesso sesso, nati in Italia, non potesse essere iscritto allo stato civile con doppia genitorialità. Allora la prassi era di iscrivere un solo genitore e magari procedere con l’adozione per il secondo. Ora apprendo con piacere che la Corte Costituzionale, su sollecitazione del Tribunale di Lucca, ha dato ragione al sottoscritto e ai tutti quei sindaci che hanno voluto dare già alla nascita una famiglia definita al bambino”.
Lo ha dichiarato il sindaco di Terni Stefano Bandecchi in merito alla recente decisione della Corte Costituzionale con cui si è stabilito che “L’articolo 8 della legge sulla fecondazione assistita, la numero 40 del 2004, è costituzionalmente illegittimo nella parte in cui non prevede che anche il nato in Italia da donna che ha fatto ricorso all’estero, in osservanza delle norme ivi vigenti, a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) abbia lo stato di figlio riconosciuto anche della donna che, del pari, ha espresso il preventivo consenso al ricorso alle tecniche medesime e alla correlata assunzione di responsabilità genitoriale”.
Terni, coppie gay, Bandecchi registra un bambino con due mamme
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“Sono sempre più convinto, da uomo liberale e pragmatico – ha aggiunto Bandecchi – che non spetti a me entrare in disamine di tipo ideologico e forse neanche di tipo giuridico. All’epoca ho preceduto a quel tipo di iscrizione mosso dall’intento di dare risposte concrete a problemi reali, che riguardano due mie concittadine e che più in generale attengono il diritto alla cittadinanza e alla famiglia di un minore. Ho voluto tutelare un minore in quanto senza iscrizione allo stato civile vengono meno tutti quei diritti che sono, giustamente, assicurati ad ogni altro bambino, dall’assistenza sanitaria, alla identità, alla famiglia.
Per tutto questo considero il pronunciamento della Corte Costituzionale come un passo in avanti, un atto di civiltà giuridica, una risposta al bisogno impellente di nuovi nati, essenziali per garantire un futuro ai nostri Paesi e comunità”.