Palazzo della Corgna a Città della Pieve ospiterà una mostra di Fiber Art che rievoca la presenza dei tessuti che ne vestivano gli ambienti attraverso le opere di Silvia Giani che propone, rielaborando materia tessile dismessa, atmosfere, suggestioni cromatiche, ambiti di riflessione.
Il visitatore potrà percorrere i raffinati ambienti della dimora cinquecentesca seguendo gli stimoli che la materia tessile suscita nel processo creativo dell’autrice.
Il tessuto diviene il mezzo di comunicazione di emozioni, molte delle quali legate al femminile e interpretazioni di un mondo naturale ed immaginario.
Molto spazio creativo è dedicato al tema della città che si trasforma in irreali scenari urbani o “abiti” da indossare come espressioni di ambiti che circondano i nostri corpi coinvolgendoli in atmosfere solari o lunari.
Una particolare ambientazione è riservata ad un’opera devozionale dedicata alla più venerata figura religiosa: la Vergine. La cappella del Palazzo ospita una installazione che reitera il simbolo mariano e accoglie sotto il sul manto il visitatore in un “transito” di raccoglimento e purificazione.
La mostra presenta oltre un decennio di lavori che rappresentano una pluralità di esperienze e di sperimentazioni.
L’inaugurazione si terrà giovedì 8 dicembre alle ore 17.30 e la mostra sarà visitabile fino all’8 gennaio con aperture dal lunedì alla domenica dalle ore 9 alle 18.30.
SILVIA GIANI
Silvia Giani, architetto, ha svolto per un quarantennio la libera professione dedicandosi parallelamente all’organizzazione di eventi culturali in molti ambiti.
Vive e lavora in Valnerina, dove la natura ha ancora la potente forza di rigenerare il pensiero e le emozioni.
Fin dalla prima infanzia è stata accompagnata dall’insegnamento di antiche sapienze manuali e il tesoro del “saper fare” è divenuto un’eredità che le ha consentito di unire progettualità e realizzazione in un percorso di reinterpretazione della materia tessile.
Si dedica alla produzione di arazzi e opere con materiale tessile di riciclo; si tratta di una prassi che comporta la riproposizione di un approccio artigianale volto alla unicità del prodotto artistico.
Nel suo lavoro si inseriscono ritagli di abiti che per decenni l’hanno seguita come tasselli della storia personale e familiare.
La ricerca non si limita all’utilizzo dello scarto tessile, ma include ogni tipo di rifiuto generato dall’industria in particolar modo alimentare che produce imballi e contenitori adatti alla fusione con tessuti e materiali attraversabili da ago e filo.
La tematica espressiva riguarda spesso il rapporto tra architettura, geometria e natura, indagate sia individualmente, sia negli effetti dovuti alla loro interazione.
Questa ricerca consente anche di avvicinarsi a tematiche importanti come sacralità ed esoterismo suggerendo riflessioni formali e cromatiche.
Molti stimoli vengono inoltre dal mondo femminile sempre ricco di temi e personaggi di grande rilievo.