“Un’altra bordata per l’Umbria, un altro conto in rosso. Dopo la sanità e l’aeroporto questa volta tocca all’agenzia Umbria Mobilità, la quale è attualmente in fase debitoria, come detto dall’ormai ex assessore Enrico Melasecche sulla stampa pochi giorni fa, poiché ancora sotto procedura ex articolo 67 legge fallimentare, a causa della cattiva amministrazione della giunta precedente. Tutto ciò è stato maniacalmente nascosto agli umbri fino alle elezioni, un atto vile nei confronti di chi ci lavora e di tutti i cittadini. Siamo davvero preoccupati oltre che sconcertati”.
Ad annunciare un’ulteriore criticità a livello regionale sono le segreterie delle organizzazioni sindacali Filt Cgil e Faisa Cisal, tramite i segretari generali Ciro Zeno e Cristian Di Girolamo.
“Non possiamo fare altro – proseguono i sindacati – che rivolgere uno sguardo critico a chi ha governato questa regione negli ultimi cinque anni, ma anche lanciare un grido di allarme a chi governa la Regione oggi e per i prossimi cinque anni. Stiamo viaggiando sul filo del rasoio: l’Umbria rischia seriamente il default e potrebbe vedere centinaia di persone scendere in piazza a manifestare contro questa gestione scellerata su molte partecipate. Se non si corre immediatamente ai ripari con interventi intelligenti, per mantenere i servizi e i posti di lavoro, il rischio di default diventa concreto”.
“Umbria Mobilità, l’agenzia che si prepara a bandire la gara per il trasporto pubblico locale (Tpl) – ricordano Filt Cgil e Faisa Cisal –, si trova in crisi economica. Secondo la legge, non può indire una gara pubblica mentre è in fase debitoria. Se la Regione pensa di procedere con la gara sul Tpl in questa situazione drammatica, rischia di esporsi a una mobilitazione popolare e a una lotta per difendere il diritto al lavoro, anche attraverso elementi giuridici. Ci chiediamo se una società che sta lavorando in deroga possa comunque procedere con un bando o gestire gare se alimentata da conti in rosso. Oltretutto considerando che sta gestendo denaro pubblico”.