FIM-FIOM-UILM di Terni esprimono soddisfazione per la conclusione del negoziato con Federmeccanica sul CCNL metalmeccanico industria. L’intesa prevede un aumento di 112 euro, a regime nel giugno 2024, che va tutto sui minimi salariali. Confermato il welfare che è aggiuntivo agli aumenti e un nuovo inquadramento fermo al 1973. Rafforzate previdenza complementare, diritto alla formazione, salute e sicurezza, affrontate tematiche nuove come violenza sulle donne e smart working.
Un contratto che dà risposte a migliaia di lavoratori metalmeccanici anche a Terni, scrivono in una nota, ora vanno rinnovati pure quelli per gli artigiani e le piccole e medie imprese.
I metalmeccanici hanno uno strumento che consente e rafforza la contrattazione di secondo livello. Il risultato non era per nulla scontato. Un negoziato che è durato 13 mesi, dopo l’approvazione della piattaforma rivendicativa presentata da FIM-FIOM-UILM e con un rinnovo ottenuto dopo una serie di iniziative di mobilitazione dei lavoratori, nel mezzo di una pandemia e con il lavoro da difendere.
Completamente strumentale la posizione di alcuni sindacati autonomi, che non hanno inciso minimamente sulla trattativa e non hanno presentato proposte per il rinnovo, non rappresentando i lavoratori. Oggi, invece, criticano gli strumenti fondamentali del sindacato. Ancora più paradossale ci sembra la spicciola propaganda contro risultati ottenuti, per probabilmente fare come nel 2017 dove alcuni sindacati autonomi hanno aderito e sottoscritto il contratto, ottenuto da FIM-FIOM-UILM, solo per acquisirne le agibilità contrattuali. Sicuramente certe prese di posizione non aiutano i lavoratori e minano il percorso unitario, concludono i sindacati, in un momento assai complicato per il territorio.