«Chiedo con urgenza di trattare il caso delle farmacie in Consiglio comunale. Già i primi di maggio, avendo intuito possibili scenari negativi, su questo tema ho depositato un’interrogazione che trasformerò in un atto di indirizzo. Chiederò quindi di trattare l’argomento come primo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio poiché lo stato di salute delle farmacie è critico, come purtroppo si è appreso dai giornali. L’ultima volta che ci siamo riuniti è stato 18 giorni fa e, sul caso specifico delle farmacie, come politici dobbiamo ricordarci che oltre ad un servizio utile alla città e a buona parte della Conca ternana, ci sono in ballo pure diversi posti di lavoro. La giunta dovrà quindi occuparsi meno delle posizioni organizzative e delle progressioni di carriera interne agli uffici di palazzo Spada. Sono state infatti assegnate 51 posizioni organizzative da 10.950 euro ciascuna all’anno e 2 posizioni di alta specializzazione da 13.000 euro ciascuna all’anno, anche a persone sotto processo per vicende riguardanti lo stesso Comune e per una spesa complessiva annuale di circa 580.000 euro. Tutto ciò accade in un momento in cui il Comune – in difficoltà finanziaria – è stato costretto ad aumentare le tasse ai cittadini. Quanto prima, sulle farmacie, vorrei la migliore fotografia della realtà che il sindaco Leonardo Latini possa scattare. Il quale sindaco, peraltro, deve riferire anche sulla due diligence richiesta dal nuovo amministratore unico delle Farmacie Terni srl, Federico Ricci».
Questa la dichiarazione del consigliere comunale Emanuele Fiorini.
La necessità di investigare e di approfondire dati e informazioni avanzata dal manager Ricci, già vicepresidente dell’azienda municipalizzata delle farmacie di Perugia (Afas), riguarda l’attività del precedente amministratore unico Fausto Sciamanna, secondo il quale il bilancio 2018 sarebbe stato chiuso con un utile di circa 300.000 euro.
«Ma di quei 300.000 euro di utile dichiarati da Sciamanna», continua Fiorini, «sembra non esserci traccia. Al tempo stesso i giornali hanno descritto la delibera «Salvafarmacie» della giunta Latini con toni preoccupati, se è vero che l’utile 2019 prodotto da 10 farmacie comunali ammonterebbe ad appena 5.000 euro. Cosa che, se confermata, sarebbe ridicola. Peraltro vorrei allontanare il sospetto che possa esserci una rilevante perdita d’esercizio e una situazione economico finanziaria allarmante per la società e per i suoi dipendenti. Ad oggi l’unica certezza che abbiamo è che Palazzo Spada ha rinunciato a 400.000 euro di entrate, così come previsto dal contratto di servizio 2016. E la cosa non mi fa dormire affatto tranquillo. Dobbiamo capire come stanno realmente le cose: chi ha sbagliato deve pagare, non si può coprire chi ha male operato».
«Poi voglio ricordare che, negli ultimi tempi», aggiunge Fiorini, «sulla questione delle farmacie comunali ternane erano intervenuti anche i sindacati, denunciando una situazione di stallo che si protrae da troppo tempo. E voglio pure sottolineare la bontà dell’analisi fatta, a suo tempo, dall’ex assessore al Bilancio del Comune di Terni, Fabrizio Dominici, frettolosamente allontanato dal sindaco Latini senza che mai se ne sia capito il reale motivo. Purtroppo quella stessa analisi fatta da Dominici», conclude Fiorini, «da quanto riportano i mezzi di informazione, non era sbagliata».