La Fondazione Carit mette a disposizione del territorio altri 480 mila euro in due settori istituzionali della propria attività: il volontariato e i beni culturali. Due nuovi bandi, infatti, sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione: ‘Welfare di comunità’ che prevede uno stanziamento di 280 mila euro e l’altro che è strutturato sotto forma di Call for proposal riguardante il ‘Restauro beni storico artistici’, per un importo di 200 mila euro.
Il primo è rivolto alle organizzazioni senza scopo di lucro del territorio, attive nell’assistenza di soggetti fragili, con l’obiettivo di realizzare azioni a sostegno di coloro che vivono pesanti situazioni di povertà ed hanno necessità di supporti concreti. I progetti, uno per ogni organizzazione partecipante e della durata di un anno, dovranno riguardare una delle tre aree di intervento: emergenza alimentare, alloggiativa e finanziaria delle fasce di popolazione particolarmente colpite dalla crisi economica in atto; azioni volte ad incentivare servizi di prossimità a sostegno degli anziani soli o delle famiglie che si fanno carico degli anziani; interventi di carattere socio-sanitario a favore di persone fragili. Le domande dovranno pervenire entro le ore 13 del 31 agosto 2018, esclusivamente attraverso la procedura Rol, il sistema adottato da tutte le Fondazioni bancarie italiane che consente l’accreditamento sul portale (una sola volta) e poi la presentazione della domanda e la rendicontazione online.
Stesso termine di scadenza anche per la Call for proposal ‘Restauro beni storico artistici’, pubblicata dalla Fondazione per raccogliere le istanze relative agli interventi di restauro di beni vincolati del territorio, in modo da poterne selezionare alcune meritevoli e prioritarie. Lo scopo della call è di poter beneficiare dell’Art bonus che consente un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. Le proposte dovranno essere presentate, infatti, dagli enti pubblici e dalle diocesi del territorio di intervento della Fondazione proprietari di beni vincolati di interesse storico, artistico e archeologico. I progetti ammissibili saranno valutati da un’apposita commissione nominata dal Consiglio di Amministrazione dell’ente, che si potrà eventualmente avvalere di specifiche competenze nel settore. Sarà poi la stessa Fondazione Carit a curare e gestire direttamente l’intervento di restauro.